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FESTIVAL VICENZA IN LIRICA 2024 - STABAT MATER DI GIOACHINO ROSSINI AL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA, DOMENICA 01 SETTEMBRE 2024.

Il Festival Vicenza in Lirica apre le porte del teatro Olimpico con un evento prestigioso per la città e gli appassionati di musica di qualità: l’ esecuzione dello Stabat Mater di Gioachino Rossini, una delle opere sacre più emozionanti e celebri del repertorio musicale. In buca l’Orchestra dei Colli Morenici, il Coro Iris Ensemble e la direzione del maestro Benedikt Sauer. Solisti della serata: Claudia Pavone, soprano - Ekaterina Gubanova, mezzosoprano - Bryan Lopez Gonzalez, tenore - Riccardo Zanellato, basso.

Lo "Stabat Mater" di Gioachino Rossini è una delle composizioni sacre più celebri del XIX secolo, basata sull'omonimo testo medievale che descrive il dolore della Vergine Maria ai piedi della croce di Cristo. Rossini compose questa importante opera sacra negli anni 1831-1841.

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G. ROSSINI - IL BARBIERE DI SIVIGLIA - ARENA DI VERONA - 24 AGOSTO 2024

La serata del 24 agosto all’Arena di Verona ha visto il ritorno de “Il Barbiere di Siviglia” con un cast in gran parte rinnovato rispetto alle recite di luglio,  che ha soddisfatto e superato le aspettative. Un cast eccellente, ognuno dei quali ha contribuito a rendere la serata memorabile per il pubblico veronese, combinando talento vocale e capacità interpretative facendo brillare l’opera di Rossini  nella sua folle  semplicità.

Jack Swanson ha vestito i panni del Conte d’Almaviva con una raffinatezza e una presenza scenica notevoli. Il tenore americano ha mostrato un'eccezionale padronanza vocale, esibendo un timbro chiaro e brillante che ha ben sottolineato il carattere romantico e appassionato del suo personaggio nonostante la voce risulti piccola e di scarsa proiezione.

Carlo Lepore, nel ruolo del dottor Bartolo, ha offerto una performance straordinaria, dando vita a un personaggio tanto burbero quanto esilarante. Lepore ha saputo bilanciare sapientemente i momenti di comicità con quelli di autentico pathos, arricchendo il suo Bartolo di sfumature che lo hanno reso irresistibile grazie alla sua padronanza assoluto del canto di autentico buffo.

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TOSCA, GIACOMO PUCCINI – ARENA DI VERONA, VENERDI’ 2 AGOSTO 2024

Anche nel 2024 ritorna la ormai classica edizione di Tosca diretta da Hugo de Ana, uno spettacolo che rappresenta un felice connubio tra modernità e tradizione, come abbiamo sottolineato varie volte. Questa produzione unisce infatti una fedeltà impeccabile al libretto con una messa in scena molto suggestiva, evitando i soliti cliché. Ormai il pubblico riconosce ed accorre con gioia per rivedere la celebre testa d’Angelo con le sue enormi braccia, che avvolgono il palco brandendo una spada gigantesca, i dipinti di Cavaradossi che adornano la chiesa di Sant’Andrea della Valle, con pochi ma fondamentali arredi scenici perfettamente posizionati, e tutto ciò che questo spettacolare allestimento richiama alla mente ogni volta che viene riproposto. In una serata ancora rovente di questa stagione particolarmente afosa, un plauso va a chi riesce a portare in scena uno spettacolo complesso, sebbene non particolarmente lungo, in tali condizioni.

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PUCCINI: TURANDOT, CASTELLO DI SAN GIUSTO (TS) - MERCOLEDI' 10 LUGLIO 2024

Dopo la Manon Lescaut di inizio stagione, il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste ha deciso di omaggiare il 100° anniversario della morte di Puccini anche durante la sua mini stagione estiva: spostandosi presso il Cortile delle Milizie del Castello di San Giusto ha ripreso, con qualche doveroso aggiustamento, l’allestimento della Turandot andata in scena a più riprese qualche anno fa.

L’impianto scenico è quello ideato da Paolo Vitale nel 2019, poi già declinato nel 2023 secondo la regia di Davide Garattini Raimondi che ricrea un mondo diviso in due, bianco e nero (come i costumi di Danilo Coppola), violento, in cui l’amore tenta di sopravvivere e alla fine vince sul potere e sull’odio, che si sgretolano come la corazza di ceramiche bianche e azzurre che la protagonista ha creato attorno al suo cuore. 

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CARMEN, GEORGES BIZET - ARENA DI VERONA, SABATO 13 LUGLIO 2024

Va in replica in una serata speciale questa Carmen nello storico allestimento 1995 di Zeffirelli, che la Fondazione Arena decide di dedicare espressamente all’immenso Carlo Bergonzi nel centenario esatto dalla sua nascita, e va da sé che l’attenzione si focalizzi più che in altre occasioni sulla performance del tenore in scena.

Dopo il successo dello scorso anno, si sceglie di andare sul sicuro proponendo nuovamente Freddie De Tommaso nel ruolo di Don José, che della preziosa vocalità del mostro sacro parmense ricorda più di una caratteristica - pur discostandoci da quel repertorio d’elezione verdiano e belcantistico - a confermarsiper mezzi tecnici e interpretativi tra i tenori più promettenti del panorama lirico contemporaneo: il timbro caldo e vellutato, il legato pulito ed elegante, la cura del fraseggio. In quanto lirico spinto di razza, l’artista italo-britannico aggiunge alla delicata musicalità una poderosa emissione impressionante per volume e proiezione, in grado di svettare nell’anfiteatro senza esitazioni.

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IL TRITTICO, GIACOMO PUCCINI – COMUNALE NOUVEAU DI BOLOGNA, MARTEDI’ 9 LUGLIO 2024

Nell’anno pucciniano finalmente possiamo assistere, in onore del compositore e per ricordare degnamente la sua scomparsa cento anni fa, alla rappresentazione del Trittico nella sua forma completa e naturalmente, immaginando la profusione di produzioni in atto in giro per il mondo, i registi cercano idee nuove e particolari che possano colpire, e spesso stupire il pubblico. La sua passione per Dante Alighieri ed il richiamo diretto al poeta nello Schicchi hanno portato il regista Pier Francesco Maestrini a pensare uno spettacolo idealmente collegato alla Divina Commedia, che partisse dall’Inferno del Tabarro, passasse per il Purgatorio di Suor Angelica e trovasse in qualche modo il Paradiso perduto in Gianni Schicchi. Per la verità quello che balza all’occhio ed allo spirito di chi osserva è un senso di angoscia diffuso dalla prima all’ultima tranche di spettacolo. Il led-wall che incornicia il palcoscenico è pregno di immagini di sofferenza, di paesaggi infernali e bui, di anime desolate in perpetua dannazione. Tutte e tre le ambientazioni portano ad un sentimento di profonda pena per i protagonisti in scena, tutti considerati come ormai defunti e pronti a rivivere per un momento mentre narrano la loro triste vita colpevole, come le anime che Dante incontra nel suo viaggio con Virgilio.

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TURANDOT , GIACOMO PUCCINI - ARENA DI VERONA , 29 GIUGNO 2024

Nel centenario della morte di Giacomo Puccini non poteva mancare nel cartellone areniano la sua grande incompiuta, di cui musicò un ultimo verso - che si chiude con la parola “Poesia” - prima di esalare l’ultimo respiro. Si è inaugurata dunque con Turandot la stagione estiva 2024 (qui l’articolo della Prima, con una panoramica dell’ormai storico e imponente allestimento di Zeffirelli) e ne recensiamo oggi l’ultima replica, che brilla in scena con un cast stellare per omogenea e sorprendente qualità.

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IL TRITTICO, GIACOMO PUCCINI – TEATRO REGIO DI TORINO, DOMENICA 30 GIUGNO 2024

Al Regio di Torino un insolito ‘Trittico’ pucciniano va in scena nella parte conclusiva del calendario operistico in corso. Questo spettacolare ed intenso mix composto da tre componimenti in un atto unico è noto per la sua varietà emotiva e musicale, offrendo agli spettatori un viaggio che va dal dramma intenso alla commedia leggera. Ogni opera è un capolavoro in sé, ma insieme formano una straordinaria trilogia che dimostra la genialità di Puccini come compositore capace di esplorare e rappresentare una vasta gamma di esperienze umane. Nella produzione in collaborazione con il Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles ci immergiamo nella singolarissima interpretazione del regista Tobias Kratzer (qui ripresa da Ludivine Petit ) che ha cercato un modo diverso di mettere in scena Il Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi, collegandoli tra loro con uno spettacolo contemporaneo e coinvolgente. Filo conduttore è proprio il collegamento tra le tre diverse rappresentazioni, poiché l’una richiama un qualche elemento di un’altra, proponendo questi flash o oggetti fisici come una finestra nel pensiero degli interpreti. Per iniziare troviamo Gianni Schicchi  in uno sceneggiato televisivo che la coppia in crisi ne il Tabarro guarda alla tv, un po’ come materializzazione del sogno impossibile di Giorgetta; per Suor Angelica circola invece proprio un fumetto della storia del Tabarro, elemento proibito per i contenuti nell’austero convento ove le povere sorelle vivono di privazioni e desideri nascosti. Interessante in questa messa in scena l’uso di immagini che ci aprono una finestra continua su tutta la vita del convento, svelandone segreti inconfessabili. Si passa poi allo Schicchi tramite un vecchio disco in vinile dell’opera appena andata in scena, ascoltato da un inconsapevolmente in fin di vita Buoso, che sembra esserne talmente commosso da modificare all’istante il suo testamento in favore dei religiosi.

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IL BARBIERE DI SIVIGLIA, GIOACHINO ROSSINI – ARENA DI VERONA, GIOVEDI’ 27 GIUGNO 2024.

Torna anche in questo 2024 all'Arena di Verona il brillante spettacolo de "Il Barbiere di Siviglia" di Gioachino Rossini, con la notissima regia bucolica di Hugo De Ana ed il suo giardino gigante che, nonostante i segni del tempo, continua a regalare rappresentazioni dinamiche, fantasiose e grazie all’estro degli interpreti con più di uno spunto per sorridere. 

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CONCERTO PER LA PACE -BASILICA DI AQUILEIA, DIRETTORE RICCARDO MUTI, 14 giugno 2024

Sul palco e in platea (o meglio, nella navata), sono stati i giovani i protagonisti del Concerto per la pace che si è tenuto lo scorso 14 giugno presso la Basilica Patriarcale di Aquileia. L’evento - terzo appuntamento mutiano in FVG dopo il concerto “Vie dell’Amicizia” del 2010 a Trieste e il Requiem di Verdi del 2015 al Sacrario di Redipuglia - è stato seguito da più di 2000 persone grazie ai due maxischermi in piazza Capitolo e in piazza Patriarcato. L'accesso alla chiesa, patrimonio Unesco dal 1994, era invece riservato - al netto di autorità e stampa - esclusivamente agli under 35 che occupavano la navata centrale per ascoltare l’Orchestra giovanile Cherubini diretta come di consueto dal suo fondatore Riccardo Muti. Un Maestro Muti asciutto sia nel gesto direttoriale che nell’eloquio, tanto da risultare emozionato durante l’atteso discorso conclusivo a cui ci ha ormai abituato.

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C.MONTEVERDI - L' ORFEO - MONTEVERDI FESTIVAL - 21 GIUGNO 2024

È un Orfeo senza cetra quello che ha aperto la 41ª edizione del Monteverdi Festival. Non c'è traccia della leggendaria cetra, ma nel finale, imbraccia una tiorba e suona le note finali della Moresca. Non è il Cantore tracio dai poteri miracolosi che con il suono della sua cetra e della sua voce suadente muove animali, alberi e pietre, ma un Orfeo perduto in se stesso, straziato dall'assenza di un'Euridice che rappresenta l'unica vera ragione del suo canto. 

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G.VERDI - AIDA -ARENA DI VERONA 14 GIUGNO 2024



Ritorna sulle tavole dell’anfiteatro veronese l'Aida pensata in toto dal regista Stefano Poda lo scorso anno.  Nota per il suo approccio visivo unico, si è confermata una Aida spettacolare ma con un'aura lugubre che ha avvolto l'intera produzione. I giochi di luci e ombre, insieme agli imponenti scenari, hanno creato un'atmosfera suggestiva, ma immersa in una ambientazione eccessivamente cupa per l'opera di Verdi. Poda realizza una produzione grandiosa ma vuota, dove l'estetica ha prevalso sulla sostanza, lasciando il pubblico ( e noi) con un senso di perplessità e disconnessione. risultando alla fine un susseguirsi di effetti spettacolari e simbolismi difficili da decifrare. La sua scenografia, caratterizzata da monumentali strutture geometriche e un uso sapiente dei giochi di luce, ha creato un'atmosfera potente e drammatica, coerente con la tragedia verdiana. Il lavoro di Poda si è rivelato in sostanza una macchina sfavillante e gelida, alla continua ricerca di effetti visivi che finiscono per autocelebrarsi. Non c'è nessuna emozione autentica, nessun tentativo di costruire una drammaturgia coerente e coinvolgente. Tutto è sembrato orientato verso l'impressione visiva piuttosto che verso la narrazione emozionale.. Il risultato è stato uno spettacolo che, sebbene visivamente affascinante, è rimasto freddo e privo di anima. 

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TURANDOT, G. PUCCINI - ARENA DI VERONA, SABATO 8 GIUGNO 2024

Serata inaugurale della 101a stagione areniana con  "Turandot" nella produzione firmata dal leggendario Franco Zeffirelli nel 2012. Rinomata per la sua opulenza e attenzione ai dettagli, il regista toscano ha trasformato l'Arena di Verona in una Pechino imperiale, con scenografie mozzafiato. Ogni scena è stata una festa per gli occhi, con un uso sapiente delle luci e degli spazi che ha esaltato l'atmosfera epica e fiabesca. La ripresa della regia di Zeffirelli da parte delle maestranze veronesi, ha incantato gli spettatori con la sua maestosità e ricchezza visiva, mantenendo viva la tradizione di grandiosità associata all'Arena di Verona.grazie a dettagli elaborati e una brillante gestione dello spazio scenico. I costumi, disegnati da Emi Wada, hanno contribuito ulteriormente a ricreare l’esotismo e la grandiosità della corte di Turandot. Nel complesso, la produzione ha saputo mantenere viva l’eredità di Zeffirelli, offrendo una rappresentazione che combina tradizione e innovazione, capace di coinvolgere emotivamente sia i neofiti che gli appassionati d'opera. Ekaterina Semenchuk ha offerto una performance solida nel ruolo della principessa di ghiaccio, Turandot. La sua voce potente e la presenza scenica imponente hanno reso credibile la freddezza e la determinazione del personaggio. Tuttavia, in alcuni momenti cruciali, soprattutto nel duetto finale di Alfano, la sua interpretazione è sembrata mancare di quella profondità emotiva che caratterizza il personaggio​ nel momento dello sgelo.

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ARENA DI VERONA: LA GRANDE OPERA ITALIANA PATRIMONIO DELL'UMANITÀ – VENERDI’ 07 GIUGNO 2024

Torna il grande spettacolo della Lirica all’Arena di Verona con la consueta serata inaugurale che quest’anno ha il sapore dell’eccezione, in quanto fortemente voluta dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, con l’intento di ripetere l’evento ogni anno lo stesso giorno in diverse città d’Italia, per celebrare l’Opera lirica italiana, dichiarata come molti sanno Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco il 6 dicembre dello scorso anno.

Serata trasmessa in Mondovisione Rai e presentata da artisti da sempre legati alla Tv nazionale. Alberto Angela, Cristiana Capotondi e Luca Zingaretti, alla presenza del presidente della Regione Veneto Luca Zaia e di tutte le massime cariche dello stato capitanate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, hanno presentato un lunghissimo ed articolato concerto dedicato alla musica ed alla bellezza del canto lirico nostrano. Direttore d’eccezione il Maestro Riccardo Muti per la prima parte della serata, che ha passato il testimone al Maestro Francesco Ivan Ciampa per la parte più specifica delle arie d’opera. Interventi danzanti d’eccezione hanno visto protagonisti Roberto Bolle e Nicoletta Manni, insieme per il coro a bocca chiusa di Madama Butterfly, e solista Bolle sul commovente Intermezzo di Cavalleria Rusticana. L' imponente coro formato da trecento coristi e l'orchestra formata da circa centosessanta elementi hanno visto protagonisti musicisti provenienti da tutte le Fondazioni lirico-sinfoniche nazionali e dalle maggiori Orchestre d’Opera italiane. 

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TOSCA , GIACOMO PUCCINI - TEATRO REGIO DI PARMA, 19 MAGGIO 2024

Non si ferma quest’anno l’abbondanza di titoli pucciniani nei cartelloni dei maggiori teatri italiani e non, in occasione del centenario della morte del compositore. È quindi Tosca a chiudere la Stagione Lirica del Teatro Regio di Parma nell’allestimento storico ideato da Alberto Fassino ed elaborato dal regista Joseph Franconi Lee, andato qui in scena l’ultima volta sei anni fa. Uno spettacolo che, seppur dimostri chiaramente la sua età, risulta sempre funzionale e gradevole, una sorta di “cornice educata” che opera senza pretese di stravolgimento, seguendo il solco della tradizione. Il colpo d’occhio d’insieme è piuttosto statico, dominato da un monocromatismo che contribuisce alla creazione di un’atmosfera piacevolmente sobria, rinunciando tuttavia a un dinamismo scenico che sarebbe stato interessante sopperire con una maggior cura registica nei movimenti di solisti e masse. L’ambientazione si fonda su pochi elementi essenziali, con un’imponente scalinata fissa riambientata di volta in volta con gigantografie di riferimenti all’arte sacra romana: la Madonna e la Maddalena in Sant’Andrea Della Valle, la particolare scelta della “Crocifissione di Pietro” di Guido Reni ad arredare Palazzo Farnese e l’immancabile riproduzione di San Michele armato di spada che contestualizza il patibolo allestito a Castel Sant’Angelo.

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R. WAGNER - DER FLIEGENDE HOLLAENDER - TEATRO REGIO DI TORINO, 22 MAGGIO 2024

Torna sulle tavole del Regio di Torino “Der Fliegende Holländer” nell’allestimento di Willy Decker già proposto da questa Fondazione nel 2012 e proveniente dall’Opèra di Parigi dove debuttò nel 2000. Ben ventiquattro anni dopo spiace  di non poter avere un nuovo allestimento di quest’opera, ma nell’economia dei teatri lirici italiani, Der Fliegende Holländer occupa una posizione singolare. Sorella “minore” tra le opere wagneriane che il compositore riteneva degne d’esser rappresentate a Bayreuth, è generalmente poco eseguita. Negli ultimi vent’anni le nuove produzioni si contano sulle dita d'una mano.

Ben due annunci di indisposizione hanno accolto il pubblico nella recita a cui abbiamo assistito, e non si capisce perché non siamo stati sostituiti dai cover presenti (pecuni non olet?) Quindi Olandese con il raffreddore e Daland afono hanno caratterizzato questa recita non certo aiutati dalla direzione soporifera e priva di slancio di Nathalie Stutzmann.

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G. ROSSINI - L’ITALIANA IN ALGERI - TEATRO LIRICO DI CAGLIARI - 5 MAGGIO 2024

Dopo la splendida produzione firmata da Dario Fo nel 1997, torna dopo  27 anni al Lirico di Cagliari L'Italiana in Algeri, capolavoro di Rossini, nell’ allestimento pensato nel 2009 dal regista Vittorio Borrelli per il Teatro Regio di Torino, con scene di Claudia Boasso, costumi di Santuzza Calì, luci di Vladi Spigarolo da un’idea di Andrea Anfossi. L'Italiana in Algeri é forse il più mirabolante capolavoro buffo di Rossini, un volo nel libero spazio della fantasia, della risata paradossale, il trionfo, tutto italiano, dell’intelligenza sulle difficoltà e gli ostacoli della vita. Isabella che «agli sciocchi fa far quello che vuole» incarna questo temperamento in maniera esemplare.

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G. VERDI - I DUE FOSCARI - TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA - 3 MAGGIO 2024

“Bada bene d’evitare la monotonia. Nei soggetti naturalmente tristi, se non si è ben cauti si finisce a fare un mortorio, come per modo d'esempio i Foscari, che hanno una tinta, un colore troppo uniforme dal principio alla fine!”

Così scriveva Verdi al Piave nel 1848, quattro anni dopo la tiepida prima romana al Teatro Argentina. Opera brevissima, la più breve di tutto il catalogo verdiano, un’ ora e 40 minuti scarsi di musica, i Due Foscari rimane opera oscura nelle tinte come e soprattutto nella trama, dove succede assai poco e la caratterizzazione dei personaggi rimane pressochè accennata. Nonostante questa difficoltà legata alle personalità dei protagonisti è interessante notare come questa tragedia sia la prima dove le storie d'amore non sono il perno attorno a cui ruota l'azione, ma lo sono le faccende politiche; questo sarà poi l'inizio per Verdi per tutte quelle opere nelle quali la politica ha un ruolo fondamentale, come ad esempio Macbeth. Ma 'I Due Foscari' rappresenta anche una delle tappe più importanti nel percorso che condusse Verdi dai famosi “anni di galera” al traguardo raggiunto appunto con Macbeth, primo grande capolavoro della sua giovinezza. Ultimo titolo della stagione al Teatro Municipale di Piacenza, l’ allestimento proposto è una coproduzione nata parecchi anni fa tra la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste e l’Associacion Bilbaina de Amigos de la Opera di Bilbao, andata in scena anche al Festival Verdiano di Parma nell’ottobre 2009 e a Modena. Lo spettacolo si avvale della regia di Joseph Franconi Lee (qui ripresa da Daniela Zedda) che racconta l’opera con le scene e i costumi di William Orlandi, le coreografie di Raffaella Renzi e le luci di Valerio Alfieri. La regia gioca sulla sottolineatura del contrasto tra pubblico e privato ed è di impianto didascalico e tradizionale, ma possiede una certa personalità che non la rende scontata, anche se ormai risulta particolarmente datata e polverosa, oltre che un poco noiosa soprattutto per gli interminabili ed incomprensibili intervalli che dilatano a dismisura serata e concentrazione del pubblico.

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CENERENTOLA, GIOACHINO ROSSINI – TEATRO VERDI DI TRIESTE, 26 APRILE 2024

E' ormai quasi giunta al termine anche la stagione lirica e di balletto 2023/2024 del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, forse la più interessante e ben riuscita degli ultimi anni per varietà, qualità e riscontro di pubblico (e critica). Il penultimo titolo in cartellone è stato la Cenerentola di Rossini, capolavoro indiscusso e universale, andato in scena per l'occasione nell'allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova con le scene e i costumi ispirati agli originali firmati da Emanuele Luzzati nel 1978. Dell'originale viene conservata la dimensione fiabesca e sognante grazie alla sgargiante ed esagerata scenografia, mentre i contributi video a cura di Giuseppe Ragazzini risultano francamente invadenti e i costumi di Nicoletta Ceccolini cromaticamente un po' piatti.

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A. BOITO - MEFISTOFELE - TEATRO LA FENICE - DOMENICA 14 APRILE 2024

Torna a splendere di luce propria il “Mefistofele” di Boito, diamante della scapigliatura musicale e letteraria italiana, finalmente riabilitato nella partitura. Scevra dei tagli e delle “aggiustatine” che Toscanini “mani di forbice” (un giorno qualcuno scriverà dei danni inflitti da quest’uomo sulle partiture da lui “rimaneggiate” - Fanciulla del west e Turandot- solo per citarne alcune) approntò per la nuova edizione di Bologna nel 1875 dopo il clamoroso fiasco milanese. La versione proposta alla Fenice è quella che venne data al Teatro Rossini, sempre a Venezia, il 13 maggio del 1876 che ripristina alcuni interventi nella scena del “sabba romantico” e nella scena del carcere.

 

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