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Riccardo Muti e Orchestra Giovanile Luigi Cherubini - TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, 9 OTTOBRE 2025

Il Teatro La Fenice di Venezia ha accolto pochi giorni fa il ritorno di Riccardo Muti, figura legata alla storia recente del teatro da un vincolo affettivo e artistico specialissimo. Il maestro napoletano è salito nuovamente sul podio lagunare, guidando l'Orchestra giovanile Luigi Cherubini in un concerto straordinario dedicato a pagine fondamentali del repertorio classico firmate Ludwig van Beethoven e Wolfgang Amadeus Mozart.

L'appuntamento è stato un momento simbolico che ha riacceso la fiamma di una collaborazione iniziata oltre cinquant'anni fa, nell’estate del 1970. Dopo concerti memorabili, Muti fu protagonista dell’atto di altissimo valore simbolico del 14 dicembre 2003, quando diresse il concerto che sancì la riapertura del Teatro ricostruito. L’ultima apparizione, nel 2021, aveva già rinsaldato il legame con la Cherubini per celebrare i cinquant’anni dal suo debutto veneziano.

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P.Mascagni - IRIS (versione concertante) - Teatro Real Madrid - 7 Ottobre 2025

 

Con Iris, che debutta al Costanzi di Roma nel 1898, Pietro Mascagni fa un passo di lato – o forse un balzo teatrale, visionario, quasi vertiginoso – rispetto al verismo con cui era esploso, e si tuffa in un Oriente immaginario, che di giapponese non ha nulla se non l’idea, o meglio, l’idea che in Europa si aveva allora dell’idea del Giappone: lanterne, ventagli, giardini di carta di riso e ninfe immacolate pronte a essere corrotte, cioè l’invenzione di un altrove poetico e sensuale per parlare di tutt’altro.

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MAXIMA IMMORALIA
opera da camera per voci e strumenti
di Orazio Sciortino - Teatro della Cavallerizza Reggio Emilia 05 Ottobre 2025

Al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia, nell’ambito del Festival Aperto, è andata in scena Maxima immoralia, la nuova creazione di Orazio Sciortino, che intreccia musica, parola e gesto teatrale in un raffinato gioco di specchi tra eros, ironia e disincanto.

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DIE DEUTSCHE KAMMERPHILHARMONIE BREMEN
Riccardo Minasi direttore
Beatrice Rana pianoforte - Teatro Filarmonico di Verona - 1 ottobre 2025

Con il concerto della Deutsche Kammerphilharmonie Bremen diretta da Riccardo Minasi e con la presenza di una Beatrice Rana al pianoforte in forma smagliante si è chiusa a Verona la XXXIV edizione del Settembre dell’Accademia, rassegna che ogni anno propone un percorso di ascolto volto a mettere in luce nuove prospettive sui capolavori del repertorio.

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Budapest Festival Orchestra –
Settembre dell’Accademia, Teatro Filarmonico di Verona 24 Settempre 2025



Il ritorno della Budapest Festival Orchestra con il suo fondatore Iván Fischer era tra gli appuntamenti di maggior rilievo del Settembre dell’Accademia. L’orchestra ungherese si è presentata con la consueta particolarità: per ogni brano l’organico è stato riassemblato, con nuove disposizioni ai leggii e talvolta con un cambio dei musicisti stessi, quasi a suggerire che ogni partitura richieda un volto e una fisionomia sonora propria. Con loro il violinista Guy Braunstein, partner ideale in un programma che intrecciava Bach, Fischer e Beethoven.

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Concerto in collaborazione con la SOCIETÀ DEI CONCERTI DI TRIESTE nell’ambito del FESTIVAL DI TRIESTE-IL FARO DELLA MUSICA

Il secondo appuntamento della Stagione Sinfonica 2025 della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi ha coinciso con la serata di chiusura del Festival di Trieste - Il Faro della Musica, una maratona di 18 produzioni che si sono svolte in soli 10 giorni. Per questo concerto sono stati scelti tre capolavori di Ludwig van Beethoven, legati tra loro da un tratto comune: una profonda carica di energia e un approccio sinfonico drammatico.

Il programma si è aperto con l'Ouverture da Coriolano in do minore, op. 62. Composta nel 1807 per la tragedia omonima di Heinrich Joseph von Collin, è una pagina simbolo dello stile Beethoven. L'opera è caratterizzata da un intenso conflitto tematico che riflette il dramma interiore del condottiero romano. Sfortunatamente, la direzione di Luka Hauser è sembrata fin da subito antiteatrale e poco incisiva, una debolezza che ha preannunciato un'esecuzione non del tutto convincente. 

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WOLFGANG AMADEUS MOZART, LE NOZZE DI FIGARO – FESTIVAL VICENZA IN LIRICA 2025, TEATRO OLIMPICO DI VICENZA, SABATO 13 SETTEMBRE 2025

Per il tredicesimo anno torna il Festival Vicenza in lirica nella città che lo ha visto nascere e che continua a vestirsi a festa ad ogni edizione, per rimarcare la bellezza dei suoi edifici e quanto sia essa stessa palcoscenico innegabile di arte, sinonimo di eccellenza nel mondo. Così è in questo Duemilaventicinque che corre velocemente verso l’autunno che Le nozze di Figaro diventano il fulcro di un’altra felice edizione da sold out ripetuti ed apprezzamenti vivissimi da parte del pubblico, vera anima della manifestazione.

Come sempre la produzione si propone di valorizzare vocalità giovani e fresche, ed anche in questo caso sono presenti i vincitori dell' VIII° Concorso lirico Tullio Serafin, la cui finale si è tenuta proprio lo scorso giugno.

Matteo Anselmi firma una regia veramente pensata sotto tutti i punti di vista, mostrando un profondo studio dei personaggi in relazione alla messa in scena. Essa infatti svela la dimensione più intima dei personaggi, sottolineando ciò che va ben oltre la superficie brillante della commedia, non priva di siparietti eccellenti, frutto di spirito d’iniziativa e presenza scenica dei protagonisti. Lo ‘specchio’ è qui un simbolo centrale: identità fratturata, inganno e rivelazione. Sul palco vi è infatti una pedana riflettente con specchi mobili che moltiplicano e ribaltano i gesti, creando un’atmosfera onirica. Il richiamo è ai palazzi principeschi ed alla stessa architettura palladiana, ma solo accennata, solo a memoria dei tempi che furono. I personaggi vivono infatti in uno spazio, creato da Bruno Antonetti, dove realtà e proiezione si confondono, a simbolo dell’incrinatura delle maschere sociali. Anche i costumi, opera di Anna Fabris – Ester Campagnaro, evocano l’epoca originale senza assolutamente imitarla, con toni lievi e velati, ed accessori che vagamente richiamano all’originale, ma che ne scarnano l’essenza come avviene per personaggi stessi. L’opera secondo il regista diventa così un turbinio tra verità e messa in scena, alla ricerca del volto autentico dei suoi ‘attori’, che ci mostrano sì una commedia, ma dai risvolti molto più profondi di ciò che appare in superficie.

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PRIMO CONCERTO SINFONICO DELLA STAGIONE AL TEATRO VERDI DI TRIESTE - 11 SETTEMBRE 2025

Per il terzo anno di fila, la locale Società dei Concerti di Trieste ha unito le forze con il Teatro Verdi cittadino per co-produrre il Festival di Trieste - Il Faro della Musica. Per la serata inaugurale della stagione sinfonica della fondazione lirica giuliana, una sala gremita ha accolto con entusiasmo un programma interamente dedicato a Johannes Brahms, con l'Orchestra della Fondazione Teatro Lirico G. Verdi di Trieste diretta da Hartmut Haenchen e con il solista Vadym Kholodenko al pianoforte.

Le due opere in programma, il Concerto per pianoforte n. 2 in si bemolle maggiore e la Sinfonia n. 4 in mi minore, pur con atmosfere diverse, hanno rivelato la profonda sensibilità e l'ingegno di Brahms. Entrambe le composizioni rappresentano un punto di arrivo nel loro genere, dove il compositore si confronta con la grande tradizione del passato (in particolare Beethoven) e al tempo stesso anticipa il futuro. In entrambi i brani, si ritrova una magistrale capacità di creare un'architettura formale impeccabile, nella quale ogni elemento è legato agli altri da una logica ferrea e un profondo lirismo.

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ARENA DI VERONA - RIGOLETTO- OROPESA, TEZIER, PATI - 06 SETTEMBRE 2025

La stagione areniana 2025 si è chiusa il 6 settembre con un nuovo Rigoletto, messo in scena nell’allestimento firmato da Ivo Guerra, ispirato alla storica edizione del 1928 di Ettore Fagiuoli e Raffaele Del Savio. Vale la pena ricordare che Fagiuoli (1884-1961), architetto e scenografo veronese, fu una figura chiave per la città: non solo autore delle imponenti scenografie che segnarono la rinascita del festival lirico negli anni Venti, ma anche progettista di edifici civili e religiosi che ancora oggi ne testimoniano l’ingegno, come la Sinagoga di Verona, il Palazzo delle Poste, il restauro del Teatro Filarmonico (prima del bombardamento), oltre a interventi urbanistici e restauri che hanno contribuito a definire il volto moderno della città. Verona gli deve moltissimo: la sua impronta, sobria e monumentale, lega indissolubilmente l’Arena al contesto urbano, rendendo la città un unicum dove architettura e anfiteatro convivono in armonia.

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CONCERTO DELLA GUSTAV MAHLER JUGENDORCHESTER AL VERDI DI PORDENONE - 2 SETTEMBRE 2025

 

Il 2025 segna un decennio di successo per la partnership tra il Teatro Verdi di Pordenone e la Gustav Mahler Jugendorchester (GMJO), un progetto che ha reso la città un punto di riferimento nel panorama sinfonico europeo. Grazie a questa collaborazione, oltre 1500 giovani musicisti e direttori di fama mondiale hanno trovato a Pordenone una casa per la musica. Il programma del 2025 ha celebrato questo anniversario con residenze artistiche, concerti e la partecipazione di grandi nomi come Christoph Eschenbach, Matthias Goerne, Manfred Honeck e Renaud Capuçon.

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RIGOLETTO, GIUSEPPE VERDI – ARENA DI VERONA, VENEDI’ 08 AGOSTO 2025

Torna Rigoletto all’Arena di Verona, con la regia di Ivo Guerra e le scene storiche di Raffaele del Savio ispirate all’edizione del 1928 di Ettore Fagiuoli, confermando la vocazione monumentale del festival areniano, tra suggestioni visive e un cast di nomi prestigiosi, pur con risultati diseguali.

Non in serata il tenore Pene Pati nel ruolo del Duca di Mantova: sin dall’inizio la voce, pur dal colore interessante e vivace, è apparsa poco centrata e con un’emissione che, col passare della serata, ha perso ulteriore precisione e controllo. Gli acuti, pur raggiunti, mancavano di smalto, e la tenuta del suono ne ha risentito visibilmente. Qualche contestazione dal pubblico ha sottolineato un gradimento non completo.

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JONAS KAUFMANN IN OPERA – ARENA DI VERONA, DOMENICA 3 AGOSTO 2025.

Il sottotitolo per descrivere in breve lo spettacolo potrebbe essere: Jonas Kaufmann e Marina Rebeka incantano l’Arena di Verona con un concerto tra Wagner e Puccini.

Una serata di grande musica infatti e forti emozioni ha animato domenica 3 agosto l’Arena di Verona, che ha ospitato il concerto straordinario di Jonas Kaufmann e Marina Rebeka, due tra le voci più affermate del panorama lirico internazionale. Un programma diviso tra il rigore drammatico di Richard Wagner e l’intensità melodica di Giacomo Puccini ha conquistato il pubblico, che ha tributato ai due interpreti un entusiasmo travolgente culminato in ben otto bis.

Il tenore tedesco Jonas Kaufmann si è presentato in bella forma vocale e scenica, dimostrando ancora una volta la sua padronanza dei ruoli wagneriani come Walther von Stolzing ne Die Meistersinger von Nürnberg e Lohengrin nell’omonima opera. La sua esecuzione di Im fermem Land, la celebre Gralserzählung, è stata uno dei momenti più intensi della prima parte del concerto, sostenuta da una voce calda, brunita e sempre espressiva.

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TRAVIATA, GIUSEPPE VERDI - ARENA DI VERONA, VENERDI' 25 LUGLIO 2025

Dopo aver accantonato definitivamente (si spera} la discutibile produzione postuma di Zeffirelli, la Fondazione Arena di Verona ha scelto di riproporre La traviata nell’allestimento del 2011 firmato da Hugo de Ana, con regia ripresa da Michele Cosentino. Una scelta di repertorio che, pur garantendo una certa solidità visiva e una messa in scena di sicura funzionalità, risulta ancora una volta priva di vero slancio drammatico. La regia si affida a soluzioni ormai consunte: una narrazione letterale, illustrativa, che non tenta mai di scavare nei conflitti psicologici dei personaggi né di restituire la tensione morale che attraversa l’opera. I movimenti scenici sono prevedibili, statici, e la disposizione delle masse raramente va oltre una semplice gestione dello spazio. L’impianto visivo, dominato da scenografie monumentali e costumi eleganti ma impersonali, accentua una certa freddezza complessiva. A peggiorare l’impressione contribuisce un disegno luci piatto, inefficace nel creare profondità o atmosfere emotive, e le coreografie di Leda Lojodice, che appesantiscono ulteriormente le scene corali con movimenti artificiosi e scollegati dalla drammaturgia.

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ARENA DI VERONA - NABUCCO - RECITA CON ANNA NETREBKO - 17 LUGLIO 2025

Una serata destinata a restare nella memoria del pubblico areniano quella del 24 luglio, illuminata dalla presenza magnetica di Anna Netrebko, che ha dato vita a un’Abigaille di straordinaria forza scenica e vocale. A lei il regista Stefano Poda, autore anche di scene, costumi, luci e coreografia, ha voluto dedicare un rinnovamento visivo incisivo: via le tuniche consuete, dentro costumi audaci, con pantaloni attillati, guanti a mezza manica e stivaloni da amazzone, a sottolineare il piglio guerriero, e una delicatissima sottoveste bianca nel finale, simbolo struggente di una redenzione spirituale. Un’Abigaille disegnata per sedurre, conquistare e, infine, commuovere. La Netrebko ha ricambiato con una prova esplosiva di colori e accenti, sfoderando filati meravigliosi, acuti d'acciaio, un fraseggio vivo e teatrale, capace di dominare la scena con potenza e intelligenza drammatica.

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W.A. MOZART - COSI' FAN TUTTE - CASTELLO DI SPESSA (GO) 10 LUGLIO 2025

Il castello di Spessa ha ospitato una produzione davvero unica e sorprendente di Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart, presentata dal Piccolo Opera Festival. L'opera in due atti, su libretto di Lorenzo da Ponte, ha preso vita in un'ambientazione che ha trasformato il suggestivo giardino del Castello in un vivace accampamento hippie.

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TRAVIATA, GIUSEPPE VERDI – ARENA DI VERONA, VENERDI’ 27 GIUGNO 2025

L’allestimento de La Traviata firmato da Hugo de Ana all’Arena di Verona è una delle versioni più spettacolari e suggestive del celebre melodramma di Giuseppe Verdi, che torna con un magnifico sold-out per questo centoduesimo Festival nel 2025. Lo spettacolo di De Ana, artista argentino noto per il suo stile sontuoso e visivamente potente, è noto per offrire una visione ricca, teatrale e intensa del dramma di Violetta. In questo allestimento, l’ambientazione è spettacolarmente scenografica, con costumi d’epoca sfarzosi e scenografie monumentali che sfruttano appieno le dimensioni dell’Arena. De Ana gioca con elementi simbolici e visivi molto forti: il contrasto tra il lusso sfrenato della società mondana e la fragilità interiore della protagonista. reso evidente attraverso luci, colori e movimenti coreografici quasi cinematografici. Una delle caratteristiche principali è l’attenzione al dettaglio visivo: ogni scena sembra un grande quadro vivente, curato nei minimi particolari, ad incorniciare l’estetica e la superficialità di certa borghesia dell’epoca. L'opulenza non è fine a sé stessa, ma serve a sottolineare l’ipocrisia sociale e il destino tragico di Violetta, colta tra l’amore e il giudizio della società. Nel complesso, questo allestimento è un'esperienza immersiva, che fonde la grande tradizione lirica italiana con una regia moderna e spettacolare, pensata per valorizzare la maestosità dell’Arena di Verona.

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DIALOGUES DES CARMÉLITES, F. POULENC – TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, RECITA DI DOMENICA 22 GIUGNO 2025

Va in scena in questo inizio di estate  Dialogues des Carmélites di Francis Poulenc al Teatro La Fenice di Venezia, con grande soddisfazione di chi ama assistere a spettacoli non sovente rappresentati e che si avvicinano molto ai temi più prossimi ai nostri giorni, rispetto ai capolavori che di solito calcano i palcoscenici dei nostri teatri (l’opera è del 1957). L’autore trae spunto dal dramma di Georges Bernanos ispirandosi agli eventi storici della Rivoluzione francese, ed è profondamente intrisa di temi psicologici ed esistenziali. L’analisi psicologica dell’opera si può articolare su più livelli: individuale (la protagonista Blanche), collettivo (la comunità delle carmelitane), e simbolico (paura, fede, morte, sacrificio). Il tema centrale che aleggia in tutto il libretto è quello della paura. La protagonista, Blanche de la Force, è psicologicamente guidata sin dall’inizio dal sentimento della paura esistenziale. La sua ansia non è solo causata dal contesto storico turbolento, ma ha radici interiori profonde: Blanche è terrorizzata dal mondo esterno, dal cambiamento, dalla folla, e perfino dalla vita stessa. Cerca rifugio nel convento non per vocazione spirituale, ma per fuggire da un mondo che percepisce come minaccioso. Il Carmelo diventa per lei un rifugio psicologico. Ma Blanche rappresenta anche l’essere umano dominato dall’ansia che cerca sicurezza nell’ordine e nel rituale. Le consorelle di Blanche incarnano una varietà di risposte psicologiche alla crisi; il convento diventa un laboratorio di elaborazione collettiva dell’angoscia della morte.

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PICCOLO OPERA FESTIVAL: G. ROSSINI, IL VIAGGIO A REIMS

Nell'ambito del programma ufficiale di GO! 2025 Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della Cultura, il Piccolo Opera Festival ha messo in scena "Il viaggio a Reims", opera scritta da Rossini in occasione dell'incoronazione di Carlo X di Borbone. Il dramma giocoso, il cui sottotitolo è "L’albergo del Giglio d’Oro", ha come fulcro le vicende di un gruppo di aristocratici europei, in viaggio per assistere alla cerimonia, che rimane bloccato in un albergo termale a causa della mancanza di cavalli. La storia si concentra sugli equivoci, gli amori intrecciati e le dinamiche tra i vari personaggi, culminando in un banchetto in cui si celebrano le diverse nazioni attraverso musica e poesia. 

La spettacolo, che si è svolto esattamente a duecento anni dalla prima parigina del 19 giugno 1825, oltre che ad significato celebrativo ne assume anche uno prettamente simbolico considerando che Carlo X scelse la città isontina per i suoi ultimi giorni di vita e volle essere sepolto presso il Monastero di Castagnevizza in Slovenia. 

Questo nuovo allestimento de Il Viaggio a Reims, nato dalla coproduzione tra SNG Opera in balet Ljubljana e Piccolo Opera Festival, con il prezioso sostegno di GO! 2025 e Regione Friuli Venezia Giulia, e in collaborazione con il Rossini Opera Festival “restituisce così l'essenza di un'espressione artistica senza confini e rimarca il valore storico della città come crocevia di culture e sviluppo sin dai tempi antichi” forte della trama dell’opera e di un’ambientazione transfrontaliera in cui la Stazione della Transalpina e la relativa piazza si trasformano in un palcoscenico naturale. 

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CANDIDE, L. BERNSTEIN - TEATRO LIRICO VERDI DI TRIESTE, VENERDI' 13 GIUGNO 2025

A Trieste, un'ondata di ironia, musica e satira ha brillantemente concluso la stagione del Teatro Verdi. Il nuovo, sfavillante allestimento di "Candide" di Leonard Bernstein, una coproduzione con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna, ha visto il debutto alla regia di Renato Zanella  Affiancato dalla solida direzione del Maestro Kevin Rhodes, che ha affrontato per la prima volta in Europa questa gemma bernsteiniana, lo spettacolo si è rivelato una piacevole sorpresa

Definita dallo stesso Bernstein come la sua "lettera d'amore musicale all'Europa", "Candide" è un sapiente mix di operetta, musical e opera lirica, arricchito da incursioni jazz e latinoamericane. Nonostante le difficoltà legate alla persecuzione maccartista negli anni '50, Bernstein riuscì, dopo innumerevoli rimaneggiamenti culminati nella versione scozzese del 1988 presentata a Trieste, a creare un'opera colta e sofisticata. Al contempo, la leggerezza e il divertimento ne fanno una vera e propria satira danzante del potere, liberamente ispirata al celebre romanzo di Voltaire.

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G. VERDI - NABUCCO - ARENA DI VERONA 13 GIUGNO 2025

 

 

L’Arena di Verona ha inaugurato la stagione estiva con Nabucco di Giuseppe Verdi, in una produzione firmata interamente da Stefano Poda, autore di regia, scene, costumi, luci e coreografia. Uno spettacolo che ha sorpreso il pubblico per il suo taglio spiccatamente televisivo e per una concezione scenica tesa a ordinare con eleganza e precisione geometrica le masse artistiche, in un movimento perpetuo e fluido, perfettamente sincronizzato con la musica. Il risultato visivo è di grande impatto, capace di restituire una monumentalità astratta e sospesa, in cui il popolo diventa parte viva dell’architettura drammatica.

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