Chiusura degna delle più grandi occasioni per il settembre dell’Accademia 2018, con un concerto straordinario che ha visto l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia diretta dal suo direttore principale ospite Mikko Franck, e la partecipazione della violoncellista Sol Gabetta.
L'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia nella sua storia ha sempre goduto di quel riconoscimento internazionale che la pone tra le migliori orchestre del mondo, soprattutto da quando Antonio Pappano nel 2005 ne è diventato il direttore musicale, portandola ad un livello tale di personalità e di suono riconoscibilissimo al primo istante.
Una orchestra sbalorditiva per precisione, intonazione e compattezza che fa della coesione comune dell'intero corpo sonoro il suo punto di forza, all'interno della quale risaltano degli archi dal suono meravigliosamente vellutato e dei fiati che si amalgamano in maniera brillante all'intera compagine orchestrale, soprattutto gli ottoni straordinari per intonazione e coesione dinamica.
Mikko Franck si butta a capofitto e a testa bassa in tanta meraviglia di suono, confezionando un concerto di elevata originalità interpretativa.
Nonostante un gesto molto asciutto e minimo, dovuto anche a dei guai fisici ad una gamba che lo impossibilitano a rimanere seduto per troppo tempo sul podio, Franck riesce a farsi seguire dall'intera orchestra in maniera sbalorditiva.
Ecco quindi che il Romeo e Giulietta di Tchaikovsky scorre in sonorità estremamente dettagliate prive di quell’abbandono lirico e di quelle nuance eccessivamente languide, alle quali ci hanno abituati le grandi bacchette del passato, per concentrarsi prevalentemente sull'aspetto narrativo e dinamico, sviscerando un suono che fa risaltare le dinamiche e i ritmi diversi con il risultato di farci ascoltare musica “nuova”.
Sol Gabetta decide di regalarci il concerto per violoncello di Eduard Lalo, musica certamente pregevole ma non indimenticabile, che però ha il pregio di mettere in risalto tutta la gamma di capacità tecniche di una strumentista sulla quale ogni parola sembra superflua.
La sensibilità musicale e rigorosa di questa artista è impressionante e ce ne accorgiamo immediatamente grazie ad una gamma di gesti espressivi sullo strumento non comune, con un vibrato, che in uno strumento come il violoncello risulta indispensabile, stupefacente per profondità ed esaltazione espressiva.
Ecco quindi che il concerto di Lalo scorre via in una girandola di pura goduria sonora che ha nell'ultimo movimento un’apoteosi lirica, suggellando una interpretazione più unica che rara.
L'artista Argentina si è congedata dal pubblico offrendo una trascrizione di “Après un rêve” di Fauré accompagnata dall’intera sezione dei violoncelli dell’orchestra, dimostrando ancora una volta le sue capacità espressive fuori dal comune.
La seconda parte del concerto è stata interamente dedicata a Sibelius con la sua sinfonia numero 2 in re maggiore,concertata da un direttore finlandese considerato tra i migliori interpreti della musica del musicista di Hameenlinna.
Franck ci propone un discorso musicale che procede per episodi alternati e contrapposti che generano effetti di alta tensione drammatica. Ce ne accorgiamo già dal primo movimento, nel primo accordo di tre note ascendenti, che è il nucleo tematico che lega l’intera composizione.
Franck riesce ad esaltare tutto ciò che vi è di popolaresco e guerriero nella sua terra in questa sinfonia, puntando essenzialmente a far vibrare quella vigorosa pregnanza sonora di gusto più classico che romantico.
Ecco quindi che nell’allegretto iniziale le larghe distese melodiche dei fiati sono esaltate da un gesto che ci fa respirare l'aria del folklore finnico di intonazione pastorale, come pure nel secondo movimento il fremito fonico di tutta l'orchestra viene esaltato fino ad assumere alla fine una concentrazione espressiva notevole che inchioda gli spettatori alla poltrona, così come nel vivacissimo attaccato dagli archi con martellante violenza per concludersi nell'allegro moderato finale, apoteosi di quelle luminose perorazioni tipiche di Sibelius. Frank ha saputo narrare in maniera quasi cinematografica una struttura architettonica musicale resa senza nessuna ostentazione né retoriche nazionaliste.
L’orchestra sì e poi congedata dal festoso pubblico, eseguendo sempre di Sibelius la Valse triste, confermando ancora una volta la sua coesione musicale integerrima.
Pierluigi Guadagni
IL PROGRAMMA
Tchaikovsky: Ouverture- Fantasia Romeo e Giulietta
Jean Sibelius: Sinfonia n. 2
Eduard Lalo: Concerto per violoncello
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