SEMIRAMIDE, GIOACHINO ROSSINI - TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, VENERDI’ 19 OTTOBRE 2018

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Per celebrare in modo degno ed esclusivo la fine dell’anno rossiniano la Fondazione Teatro La Fenice propone una messa in scena che celebra tanto il Maestro pesarese quanto la stessa città di Venezia, con una nuova produzione della Semiramide che debuttò proprio nel capoluogo veneto e la cui partitura autografa recentemente restaurata è conservata negli archivi del teatro, ora esposta per la gioia del pubblico e degli archivisti d’élite nella splendida sala Ammaniti  all’interno della Fenice.

La giovane Cecilia Ligorio concepisce il personaggio di Semiramide come una donna dai mille volti e pertanto circondata quasi sempre da numerose figure femminili che come sdoppiandosi ne rappresentano la molteplicità. Una regina che è moglie, madre, amante ed assassina non poteva avere dunque una facile collocazione psicologica ma neppure temporale. La sue molte sfaccettature sono quelle di personaggi vissuti nella leggenda, nella storia passata e certo anche oggi nella vita di molte figure femminili. Pertanto le sue vicende sono state fatte rivivere in un ambiente artefatto creato da Nicolas Bovey, ben lungi dalla Babilonia degli antichi fasti e sicuramente più gestibile, ma comunque richiamata da ori, tendaggi e fiori decorativi che avvolgono e quasi coccolano i personaggi, che pur nella loro forza ci appaiono più evanescenti che reali. Forse questa linearità nell’allestimento a lungo andare può diventare monotona, soprattutto se si considera che gli interpreti sono spesso immobili e forse troppo concentrati principalmente sulla parte vocale. Nel secondo atto l’ambientazione si fa ancora più essenziale fino a diventare un luogo buio e vuoto ove conta solo chi è in scena, in perfetta fusione tra il ‘qui e ora’ e l’eterno. Marco Piemontese firma i costumi elegantemente rifiniti che si conformano perfettamente all’idea di grazia e lusso che circonda il palcoscenico.

La regina di Babilonia è impersonata dal soprano  Jessica Pratt. L’interprete canta su tutta la gamma della tessitura con generoso entusiasmo, cesellando le agilità prescritte e spingendosi molto in là sopra il rigo musicale come suole fare in scioltezza. Anche se il suo personaggio ha in sé forza e prepotenza è la donna innamorata e fragile che le risulta più congeniale, in questo caso. Il suo amato/figlio Arsace è una ottima Teresa Iervolino. Il suo ruolo ha una scrittura costellata di difficoltà che il mezzo soprano supera cantando brillantemente ed affrontando le agilità con una voce incredibilmente elastica. Qualche piccola ingenuità negli abbellimenti del primo atto scompare in un secondo atto decisamente a fuoco.  Alex Esposito carica di forza ed energia vocale il personaggio di Assur, quasi fin troppo se vogliamo nel contesto in cui si muove, ma sostenuto da una voce sicura e calda. Idreno è interpretato da un generosissimo Enea Scala che sembra cantare ogni nota col cuore in mano sottolineando parole ed accenti; la voce sale in alto con discreta disinvoltura e a nostro avviso il tenore può diventare ancora più disinvolto nei passaggi più duri.   Simon Lim  è un Oroe dal piglio austero che si lascia andare vocalmente forse con qualche piccola esagerazione. La contesa Azema è una buona Marta Mari, mentre Enrico Iviglia interpreta Mitrane. Interessante Francesco Milanese che ha prestato la voce all’ombra di Nino interpretata da un figurante: un timbro bronzeo bellissimo da risentire sicuramente.

L’orchestra della Fenice è diretta dal Maestro Riccardo Frizza. La poliedricità della partitura offre spunti tali da poter ottenere un suono coloratissimo e brillante. La sala della Fenice richiederebbe talvolta più conformità alle sue dimensioni per volume e sonorità, ma Frizza coglie l’aspetto grandioso dell’insieme musicale sottolineando le singole sezioni e scandendo tempi molto staccati con gestualità eloquente. Laddove una sezione abbia il suo momento di esaltazione l’orchestra la sottolinea puntualmente. La sinfonia eseguita con giubilo nei concerti sinfonici qui si arricchisce giustamente  di forza man mano che si sviluppa. Molto bene il coro preparato da Claudio Marino Moretti.

Successo pieno e trionfale per interpreti, direttore e squadra regia.

Maria Teresa Giovagnoli

LA   PRODUZIONE

Direttore                                            Riccardo Frizza
Regia 
                                                 Cecilia Ligorio
Scene 
                                                 Nicolas Bovey
Costumi 
                                            Marco Piemontese

Movimenti coreografici e ballerina  Daisy Ransom Phillips

ballerine          Olivia Hansson, Elia Lopez Gonzalez, Marika Meoli, Sau-Ching Wong

GLI   INTERPRETI

Semiramide                                        Jessica Pratt 
Arsace 
                                                Teresa Iervolino 
Assur 
                                                  Alex Esposito
Idreno 
                                                 Enea Scala
Oroe 
                                                    Simon Lim

Azema                                                 Marta Mari 

Mitrane                                               Enrico Iviglia

L’ombra di Nino                                 Francesco Milanese

Orchestra e Coro del Teatro La Fenice

Foto Michele Crosera