Per celebrare in modo degno ed esclusivo la fine dell’anno rossiniano la Fondazione Teatro La Fenice propone una messa in scena che celebra tanto il Maestro pesarese quanto la stessa città di Venezia, con una nuova produzione della Semiramide che debuttò proprio nel capoluogo veneto e la cui partitura autografa recentemente restaurata è conservata negli archivi del teatro, ora esposta per la gioia del pubblico e degli archivisti d’élite nella splendida sala Ammaniti all’interno della Fenice.
La giovane Cecilia Ligorio concepisce il personaggio di Semiramide come una donna dai mille volti e pertanto circondata quasi sempre da numerose figure femminili che come sdoppiandosi ne rappresentano la molteplicità. Una regina che è moglie, madre, amante ed assassina non poteva avere dunque una facile collocazione psicologica ma neppure temporale. La sue molte sfaccettature sono quelle di personaggi vissuti nella leggenda, nella storia passata e certo anche oggi nella vita di molte figure femminili. Pertanto le sue vicende sono state fatte rivivere in un ambiente artefatto creato da Nicolas Bovey, ben lungi dalla Babilonia degli antichi fasti e sicuramente più gestibile, ma comunque richiamata da ori, tendaggi e fiori decorativi che avvolgono e quasi coccolano i personaggi, che pur nella loro forza ci appaiono più evanescenti che reali. Forse questa linearità nell’allestimento a lungo andare può diventare monotona, soprattutto se si considera che gli interpreti sono spesso immobili e forse troppo concentrati principalmente sulla parte vocale. Nel secondo atto l’ambientazione si fa ancora più essenziale fino a diventare un luogo buio e vuoto ove conta solo chi è in scena, in perfetta fusione tra il ‘qui e ora’ e l’eterno. Marco Piemontese firma i costumi elegantemente rifiniti che si conformano perfettamente all’idea di grazia e lusso che circonda il palcoscenico.
La regina di Babilonia è impersonata dal soprano Jessica Pratt. L’interprete canta su tutta la gamma della tessitura con generoso entusiasmo, cesellando le agilità prescritte e spingendosi molto in là sopra il rigo musicale come suole fare in scioltezza. Anche se il suo personaggio ha in sé forza e prepotenza è la donna innamorata e fragile che le risulta più congeniale, in questo caso. Il suo amato/figlio Arsace è una ottima Teresa Iervolino. Il suo ruolo ha una scrittura costellata di difficoltà che il mezzo soprano supera cantando brillantemente ed affrontando le agilità con una voce incredibilmente elastica. Qualche piccola ingenuità negli abbellimenti del primo atto scompare in un secondo atto decisamente a fuoco. Alex Esposito carica di forza ed energia vocale il personaggio di Assur, quasi fin troppo se vogliamo nel contesto in cui si muove, ma sostenuto da una voce sicura e calda. Idreno è interpretato da un generosissimo Enea Scala che sembra cantare ogni nota col cuore in mano sottolineando parole ed accenti; la voce sale in alto con discreta disinvoltura e a nostro avviso il tenore può diventare ancora più disinvolto nei passaggi più duri. Simon Lim è un Oroe dal piglio austero che si lascia andare vocalmente forse con qualche piccola esagerazione. La contesa Azema è una buona Marta Mari, mentre Enrico Iviglia interpreta Mitrane. Interessante Francesco Milanese che ha prestato la voce all’ombra di Nino interpretata da un figurante: un timbro bronzeo bellissimo da risentire sicuramente.
L’orchestra della Fenice è diretta dal Maestro Riccardo Frizza. La poliedricità della partitura offre spunti tali da poter ottenere un suono coloratissimo e brillante. La sala della Fenice richiederebbe talvolta più conformità alle sue dimensioni per volume e sonorità, ma Frizza coglie l’aspetto grandioso dell’insieme musicale sottolineando le singole sezioni e scandendo tempi molto staccati con gestualità eloquente. Laddove una sezione abbia il suo momento di esaltazione l’orchestra la sottolinea puntualmente. La sinfonia eseguita con giubilo nei concerti sinfonici qui si arricchisce giustamente di forza man mano che si sviluppa. Molto bene il coro preparato da Claudio Marino Moretti.
Successo pieno e trionfale per interpreti, direttore e squadra regia.
Maria Teresa Giovagnoli
LA PRODUZIONE
Direttore Riccardo Frizza
Regia Cecilia Ligorio
Scene Nicolas Bovey
Costumi Marco Piemontese
Movimenti coreografici e ballerina Daisy Ransom Phillips
ballerine Olivia Hansson, Elia Lopez Gonzalez, Marika Meoli, Sau-Ching Wong
GLI INTERPRETI
Semiramide Jessica Pratt
Arsace Teresa Iervolino
Assur Alex Esposito
Idreno Enea Scala
Oroe Simon Lim
Azema Marta Mari
Mitrane Enrico Iviglia
L’ombra di Nino Francesco Milanese
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Foto Michele Crosera
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