Puro trionfo per un talento autoctono, questa Luisa Miller al Teatro Grande. Nell’impervio ruolo del titolo, il giovane soprano bresciano Alessia Panza - classe 1998 - affronta l’impervia scrittura dedicata alla protagonista con tutto lo spessore vocale e interpretativo di cui necessita. Una scommessa vinta e una promessa per il futuro, con le colorature cristalline dell’atto primo (“Lo vidi e ‘l primo palpito”) e lo straordinario lirismo spinto e drammatico nel secondo (“Tu puniscimi, o Signore”), forte d’un timbro caldo di naturale bellezza e fascinosa vocalità di pasta duttile e corposa. Un’artista da tener d’occhio negli anni a venire, con un mezzo di per sé prezioso che con un fraseggio già assai raffinato e consapevole non potrà che regalarci altre grandi interpretazioni in ruoli verdiani e non.
Non altrettanto sorprendente il resto del cast vocale, pur nell’affidabile solco di una generale correttezza sufficiente ad assicurare una buona resa complessiva sul piano musicale.
Il Rodolfo di Kazuki Yoshida non brilla per squillo ma assicura buona tenuta tecnica in ogni angolo della tessitura senza particolari sbavature anche nei recitativi. D’espressività piuttosto opaca, ma la celebre aria “Quando le sere al placido” è chiusa con polso e linea di canto fluida, garantendosi comunque meritati applausi a scena aperta.
Di maggior trasporto nell’intenzione interpretativa è il Miller di Gangsoon Kim, come anche l’ottima Aoxue Zhu, raffinata ed intensa nell’impersonare la Duchessa.
Meno a fuoco le altre due voci gravi, con un Conte di Walter corposo nella struttura vocale ma sguaiatamente scostante nell’emissione (Christian Saitta) e un Wurm dotato di un timbro di non particolare fascino nonostante buon volume e una melliflua presenza scenica di una certa efficacia (Alberto Comes).
Ottima infine la Laura di Caterina Meldolesi, solida, omogenea e vellutata nella vocalità.
Piuttosto discontinui gli apporti del Coro di OperaLombardia preparato da Diego Maccagnola.
Di notevole fascino è invece la concertazione di Carlo Goldstein, forte nel dare spessore e rilevanza alle tinte cupe della partitura con una pregnante resa tragica, ricca di tinte fosche di notevole e profonda intensità. Eccellente la risposta dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali, capace di dar corpo a variegate sonorità di pregnante turgore.
Poco da dire sulla pressoché inesistente regia di Frédéric Roels, che si limita a incorniciare la vicenda nelle statiche scene urbane di Lionel Lesire consistenti in quinte semoventi con tratti di palazzi disegnati a mano. Nulla aggiunge un onnipresente orologio antico semi-distrutto, come ritrito simbolo del tempo che passa, portavoce dell’inesorabile e incombente avvicinarsi della morte. Senza capo né coda inoltre il disegno dei costumi, sempre a firma di Lesire, con un pot-pourri di fogge, epoche e chissà quali fantasiosi messaggi nascosti: passiamo dal completo da Cappellaio Matto in rosso che veste Wurm all’abito giacca e cravatta del Conte, per arrivare al vestiario settecentesco di Luisa e Rodolfo. In conclusione, un allestimento approssimativo e confuso che nel relegare le performance solistiche a una costante esibizione in proscenio avrebbe almeno potuto proporre un contesto visivo dal certo fascino estetico, purtroppo non pervenuto.
Al termine cordiali applausi per tutti, con meritatissime ovazioni per la protagonista Alessia Panza.
Camilla Simoncini
PRODUZIONE E INTERPRETI
Direttore Carlo Goldstein
Maestro del coro Diego Maccagnola
Regia Frédéric Roels
Scene e costumi Lionel Lesire
Luci Laurent Castaingt
Assistente alla regia Nathalie Gendrot
Il conte di Walter Cristian Saitta
Rodolfo Kazuki Yoshida
Federica Aoxue Zhu
Wurm Alberto Comes
Miller Gangsoon Kim
Luisa Alessia Panza
Laura Caterina Meldolesi
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coro di OperaLombardia
Nuovo allestimento
Coproduzione Teatri di OperaLombardia,
Opéra Grand Avignon, Opéra de Tours, Opera Slaska Bytom
FOTO TEATRO GRANDE
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