La prima delle farse comiche in un atto del poco più che adolescente Gioachino Rossini torna questa volta al Teatro la Fenice con l’allestimento che nel 2013 fu una deliziosa produzione per il progetto Atelier al Malibran. In un pout-pourri di temi cari al teatro buffo del settecento si dipana la vicenda in verità semplice che oppone due giovani innamorati ad un vecchio genitore burbero e calcolatore. Nonostante possa sembrare raccapricciante il tema di fondo, ossia voler ‘vendere’ la propria figlia con tanto di cambiale che ne certifichi l’acquisizione, è tale la leggerezza con cui si susseguono le scene che scorrono come un fiume in piena, che a noi resta solo il buon umore per quanto visto e quasi non ci si accorge del tempo che passa. Complice certo il libretto di Gaetano Rossi, ma naturalmente e soprattutto la musica di Rossini fresca e carica di giovane impeto. Gli interpreti non hanno tregua nell'azione resa frizzante da gag che inducono spesso al sorriso, per quello che in fin dei conti è un fatto verosimile portato fino all’assurdo, noto a quel tempo per la omonima commedia di Camillo Federici. Come già riportammo a suo tempo la vicenda secondo il regista ed ex grande interprete rossiniano Enzo Dara è trasportata dal suolo inglese alla nostra Venezia, non solo rappresentata dai romantici scorci che si intravedono dalla elegante casa del ricco Tobia Mill, ma anche sui raffinati costumi dei protagonisti, in linea con l’epoca del compositore e davvero molto belli da vedere, opera di Federica Miani. Tra le pareti di casa Mill, a cura di Stefano Crivellari, abbiamo ritrovato anche i servitori/maschere del carnevale veneziano che con i loro muti siparietti hanno contribuito a rendere frizzante lo spettacolo. Il lieto fine riserva anche la sorpresa di una Fannì in dolce attesa da Milfort, per la gioia di uno stupito ma ormai domato papà Tobia.
E se gli avvenimenti scorrono via rapidi, frizzante è la concertazione di Lorenzo Viotti, giovanissima bacchetta alla testa dell’orchestra della Fenice, che impone ritmi serrati allo spettacolo, non mancando certo di slanci lirici soprattutto nell’accompagnare i giovani amanti, si pensi alla delicatezza di ‘Tornami a dir che m’ami’. Fondamentale il contributo di Alberto Boischio al fortepiano.
In tal senso dinamici e spigliati gli interpreti che compongono il piccolo cast dell’opera.
Vero mattatore ed assoluto padrone degli eventi ritroviamo come nella precedente edizione Omar Montanari. Non solo maestro nel canto preciso e dal timbro vocale voluminoso, ma anche attore consumato e collante di tutto il cast. Il tanto desiderato genero Slook è un brillante Filippo Fontana, che eccelle molto più in recitazione che in canto. Altro ritorno nel cast è quello della giovane Marina Bucciarelli come Fannì. La voce è squillante e facilmente si lancia in acuto, l’interprete è sempre fresca e disinvolta. Discreto l’innamorato Edoardo Milfort impersonato da Francisco Brito, che ha sì una bella voce dal velluto morbido, ma potrebbe affrontare la parte con ancora più slancio emozionale. Norton è un buon Claudio Levantino partecipe e disinvolto; mentre ritorna Rossella Locatelli come Clarina, dalla voce interessante dotata di un certo volume, anch’ella con buone capacità interpretative. Applaudita soprattutto per la sua aria ‘Anch’io son giovane’.
Teatro pieno di pubblico festante che ha attribuito molti applausi a tutti gli interpreti, al giovane direttore ed al regista che ci ha omaggiato della sua presenza.
Maria Teresa Giovagnoli
LA PRODUZIONE
Maestro concertatore Lorenzo Viotti
regia Enzo Dara
scene Stefano Crivellari
costumi Federica Miani
luci Elisa Ottogalli
maestro al fortepiano Alberto Boischio
GLI INTERPRETI
Tobia Mill Omar Montanari
Fannì Marina Bucciarelli
Edoardo Milfort Francisco Brito
Slook Filippo Fontana
Norton Claudio Levantino
Clarina Rossella Locatelli
Orchestra del Teatro La Fenice
Scuola di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia
con sopratitoli in italiano e in inglese
allestimento Fondazione Teatro La Fenice
progetto Atelier della Fenice al Teatro Malibran
Foto Michele Crosera