Marco Angius, Direttore Musicale OPV, ricorda Pierre Boulez



Il mondo musicale piange la scomparsa di Pierre Boulez, compositore e direttore d'orchestra, protagonista assoluto della musica del Novecento, morto a 90 anni.



Lo ricorda anche Marco AngiusDirettore Musicale dell'Orchestra di Padova e del Veneto e direttore italiano di riferimento per il repertorio contemporaneo. Oltre ad aver diretto l'Ensemble Intercontemporain a Parigi, fondato da Boulez, Angius è stato sul podio dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI lo scorso 20 febbraio in occasione dell'omaggio di "RAI Nuova Musica" per i 90 anni del geniale musicista francese.


Dichiara Angius: «La scomparsa di Pierre Boulez lascia un vuoto incolmabile nella cultura e nella musica mondiali, non solo per la musica contemporanea -di cui era testimonianza storica vivente e autorevole spiritus rector- ma anche per la ricchezza e l'innovazione che la sua figura ha rappresentato per intere generazioni di musicisti. Essendo stato altrettanto determinante come compositore e direttore d'orchestra, il patrimonio culturale e artistico che Boulez consegna in eredità alle epoche future costituisce un valore di assoluto riferimento. È stata per me un'esperienza cruciale oltre che un grande onore dirigere l'ensemble da lui fondato, l'Intercontemporain di Parigi, così come confrontarmi costantemente con le sue composizioni, dal Marteau sans maître al recente omaggio per i novant'anni nel febbraio 2015 a Torino, e mi sento profondamente in lutto per questa perdita.
La sua opera continuerà ad essere il "paese fertile" per tante nuove creatività e immaginazioni compositive.
»


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MARIA JOSE' SIRI CI PARLA DELLA SUA CENTESIMA AIDA



A seguito della piacevolissima intervista fatta al soprano Maria José Siri circa una settimana fa  pubblichiamo qualche sua considerazione sulla centesima recita di Aida che domani interpreterà all'Arena di Verona, di cui ci ha parlato proprio durante la nostra chiacchierata con giusto orgoglio e commozione. 

                                                                 Aida a Firenze
                                                             
“AIDA ED IO”
100 recite di pura emozione

Come descrivere il mio rapporto con Aida, il personaggio che mi accompagna attraverso tutta la mia carriera, sin dagli inizi nell'America del Sud? Dopo undici anni e 18 produzioni la mia visione di questa principessa nobile ancora si sviluppa e cambia. Conosciamo la sua storia ed i contorni del personaggio, ma da una produzione ad un’altra, con diversi registi e direttori d’orchestra la posso interpretare da schiava pacifica a principessa guerriera con mille possibili sfumature. Ciò che rimane costante è che musicalmente Aida è un sogno.

Ho cantato Aida per la prima volta in Argentina nel 2004. Rimasi immediatamente affascinata dalle frasi meravigliosamente liriche che Giuseppe Verdi scrisse per questo personaggio. Da allora ho un rapporto molto personale e molto profondo con la musica di Verdi. Dopo quella prima Aida furono aggiunti tanti altri ruoli verdiani, ma decisi allora di aspettare per riprendere questo meraviglioso titolo.

Nel 2006 mi trasferii a Verona, dove ancora abito e da lì fiorì la mia carriera in Europa. Fu nel 2008 quando mi arrivò la proposta per l’Aida in una nuova produzione all’Opera di Stoccarda. L’istinto mi disse che era il momento giusto per riprendere il ruolo. La mia voce aveva guadagnato in sostanza ed ero anche pronta, con molta più esperienza sul palcoscenico, per la sfida delle produzioni molto moderne ed impegnative come quella a Stoccarda. Così si aprì un nuovo capitolo nel mio rapporto con Aida. Da quella produzione Aida mi ha accompagnata attraverso il mondo, da Milano a Tokyo, da Montevideo a Cairo, da Tel Aviv a São Paolo.

E fu proprio con Aida che feci uno dei debutti più emozionanti della mia carriera, quello al Teatro alla Scala di Milano con Daniel Barenboim nella produzione di Franco Zeffirelli. Questo partì da un'audizione in Scala nel 2007, dove vidi passare il Maestro Barenboim e salutandolo in spagnolo mi presentai dicendogli «Salve Maestro! Sono un soprano uruguayano e sto facendo un'audizione – Le piacerebbe ascoltarmi?» Lui purtroppo doveva andare ad una prova generale, credo per Tristano e Isotta. Però, tornata dall'audizione, poco dopo mezzanotte mi chiamò il mio agente: mi volevano di nuovo in Scala il mattino dopo - il Maestro Barenboim voleva ascoltarmi di persona come Aida! Quel giorno non me lo dimenticherò mai nella mia vita. Cantai per il Maestro nel giorno stesso del suo concerto accompagnata dal suo pianoforte che era già piazzato sul palcoscenico del teatro. In questa atmosfera speciale, piena di emozione e di gratitudine per il destino mi resi conto che Aida non era solo un'opera in più del mio repertorio, ma che aveva un posto particolare nella mia carriera. Cantai Aida, lavorammo insieme sulla parte e così, dopo tutti quei contrattempi, m'ingaggiarono e feci il debutto in Scala con Aida, facendo anche la tournée della stessa produzione, sempre con M° Barenboim, a Tel Aviv e in Giappone.

                                                     Aida alla Scala - foto Brescia Amisano


Un'altra esperienza emozionante con Aida fu la nuova produzione di Graham Vick al Festival di Bregenz su quel palcoscenico enorme sul lago.

Una produzione che ricorderò sempre con un’emozione particolare fu quella di Cairo davanti alle Piramidi, un’esperienza incredibile! Quando vidi la Sfinge davanti al cielo stellato fu magico!

Dopo accadde la prima collaborazione con Zubin Mehta al Maggio Musicale Fiorentino nel 2011 e la fortuna di interpretare Aida nel debutto come regista d'opera del cineasta Ferzan Ozpetek.

Ma il mio sogno si avverò nel 2013, quando per il centenario dell'Arena di Verona e per l'anno verdiano fu stata invitata per interpretare l'Aida nella nuova produzione de La fura dels Baus. Sembrava che l'universo avesse cospirato per permettermi di interpretare il ruolo più amato da me nella città dove abito e dove mi trovo a casa.

Avendo interpretato Aida all’Arena di Verona anche nel 2014, sono felicissima di tornarci quest’anno e come primo cast nella produzione di Franco Zeffirelli. Il 19 luglio 2015 avrò l'immensa fortuna di cantare la mia 100a Aida a casa, all'Arena di Verona...

Maria José Siri

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LE ECCELLENZE ITALIANE: I REGISTI D’OPERA












Cosa contribuisce a creare uno spettacolo - capolavoro? Perché tutti i protagonisti possano esprimere il meglio di loro stessi, vocalmente e fisicamente, perché il pubblico sia immerso completamente nella rappresentazione di un'opera lirica, vi è il fondamentale lavoro alla base, di chi concerta tutti gli elementi che ne fanno parte in modo che niente sia lasciato al caso: il lavoro del regista. Esso è talvolta coincidente con quello di scenografo, o anche di costumista, altre volte coadiuvato da altrettanti scenografi e costumisti geniali, capaci di tradurre in concreto ciò che partorisce la mente ispirata di questi artisti particolari, in grado di fare sognare il pubblico e perché no, anche gli stessi interpreti. 
Come abbiamo fatto sin qui, consapevoli della competenza e genialità di tanti registi nel mondo, ci soffermiamo in modo specifico su quelli cui ha dato i natali il nostro paese, per proseguire il viaggio intrapreso qualche tempo fa per valorizzare i giovani artisti italiani, soprattutto in un’epoca in cui pare che tanti se ne stiano dimenticando. Per questa volta dobbiamo innalzarci leggermente con l’età, diciamo abbondando nei quarant’anni, poiché sono necessari diversi anni di gavetta come collaboratori, accanto a nomi più importanti, per poi lanciarsi e partire con una propria carriera specifica. Resta il criterio dell’ordine alfabetico, sempre considerando una decina di artisti che soprattutto nelle recenti stagioni d’opera si stanno distinguendo per innovazione e consensi ottenuti.

Cominciamo la carrellata con il giovane Fabio Ceresa. Dopo essere stato per tanti anni assistente di regia con importanti colleghi, ha collaborato con grandi enti e fondazioni, quali il Festival Monteverdi di Cremona, il Teatro Carlo Felice di Genova, il Gran Teatre del Liceu di Barcellona, il Teatro dell’Opera di Roma. Recentemente ha firmato le regie di Tosca a Novara e di Madama Butterfly al Teatro Comunale di Firenze, ottenendo un suo personale successo.

 Un'immagine di Madama Butterfly al Comunale di Firenze. Foto Rocco Casaluci


Proseguiamo con il valente toscano Andrea Cigni. La sua carriera è iniziata in prima linea come attore egli stesso e collaborando con altri grandi registi. Dalla prosa è poi approdato all’opera lirica come regista di successo, firmando notevoli produzioni che spaziano dalla musica barocca fino alla contemporanea. Tra i suoi più recenti traguardi la regia de Il cappello di paglia di Firenze di Rota al Maggio Fiorentino e quella veramente suggestiva di Don Pasquale di Donizetti in prestigiosi teatri francesi.
  
 Una immagine dal Don Pasquale in Francia


Il veneziano Massimo Gasparon si pone come uno dei registi più apprezzati degli ultimi anni per le particolari produzioni che lo vedono coinvolto anche come scenografo e costumista. Dopo aver collaborato con registi del calibro di Pizzi per numerose regie di successo anche all’estero, ha perfino curato esposizioni d’arte e progetti architettonici. Attualmente ha innumerevoli regie ascrivibili al suo nome, in prestigiosi teatri come il Carlo Felice di Genova, la Fenice di Venezia, lo Sferisterio di Macerata, la Fondazione Pergolesi di Jesi, per citarne solo alcuni, nonché all’estero: Città del Messico, Tokyo, Londra, Seoul, ecc. Davvero un nome prestigioso per il nostro paese.

Una immagine del Rigoletto a Jesi. Foto Alfredo Tabocchini


Altro regista di forte originalità è il torinese Davide Livermore. Sua particolarità il cercare sempre di attualizzare le ambientazioni in contesti specifici. Molto controverso ma di indubbia originalità, si è guadagnato un posto di primo piano anche a livello internazionale, tanto da ricoprire da circa un anno la carica di direttore artistico del Centro Placido Domingo presso il Palau de les Arts Reina Sofia di Valentia. Si occupa anche di teatro sperimentale, vocalità ed educazione musicale.

Un 'immagine de I Vespri Siciliani a Modena.  Foto Ramella&Giannese


Il fiorentino e figlio d’arte Pierfrancesco Maestrini è un altro dei nostri registi più affermati. Nel recente passato ha firmato regie nei principali teatri nostrani ottenendo grandi successi; citiamo tra i tanti il Teatro Regio di Parma, il Teatro Verdi di Trieste, il Teatro Comunale di Firenze, il Massimo di Palermo, il San Carlo di Napoli, i teatri del circuito emiliano,ecc. Le sue ambientazioni spettacolari e suggestive, grazie anche all'utilizzo di scene raffinate e d’atmosfera, sono il punto di forza del suo straordinario successo, che lo vede richiestissimo anche all’estero.
Cavalleria Rusticana a San Paolo


Altro personaggio di spicco è il bergamasco Francesco Micheli, attualmente anche Direttore artistico dello Sferisterio Opera Festival di Macerata. Suo è, tra i tantissimi altri successi,  l’allestimento di Roméo e Juliette che è ormai un must fisso nel calendario areniano di ogni estate a Verona, spettacolo di grandissimo successo, come lo straordinario Otello andato in scena la scorsa stagione alla Fenice di Venezia, per fare solo due esempi. Le sue regie dinamiche ed innovative lo hanno portato a grandi trionfi internazionali di cui noi tutti siamo molto orgogliosi.


Roméo et Juliette all'Arena di Verona. Foto Ennevi


Autentico genio è il giovanissimo fuoriclasse veneziano Damiano Michieletto. Muovendosi facilmente tra il tradizionale ed il contemporaneo, è in grado di creare oseremmo dire quasi degli autentici fenomeni di costume. Le sue produzioni lasciano il segno e non conoscono il significato della parola banalità. I suoi recenti successi sia in Italia che nei prestigiosi teatri e festival internazionali (La trilogia mozartiana alla Fenice di Venezia, Falstaff al Festival di Salisburgo, Madama Butterfly al Regio di Torino, Un ballo in maschera alla Scala di Milano, ecc.) lo hanno già incoronato tra i migliori registi al mondo.

Una immagine da Così fan tutte al Teatro La Fenice di Venezia. Foto Michele Crosera



Leo Muscato è un altro interessante regista che ha calcato le scene egli stesso a inizio carriera e si è rivolto soprattutto alla drammaturgia moderna. Alla prosa ha iniziato con successo ad affiancare  regie d’opera e ad oggi si pone come altro grande protagonista delle recenti stagioni operistiche, con bei successi in teatri quali la Fenice di Venezia, Pergolesi di Jesi, Regio di Parma, San Carlo di Napoli, per citarne solo alcuni.

Un'immagine da L'africaine alla Fenice di Venezia. Foto Michele Crosera


Altro talento che vale la pena di menzionare è il giovane italo-sudafricano Alessandro Talevi. Definito da alcuni critici come un genio, ha già al suo attivo numerose regie d’opera, nonché prestigiosi riconoscimenti per il suo lavoro. Impegnato sia in Italia che all’estero, le sue regie che impiegano ambientazioni molto particolari, offrono una ricchezza di dettagli, di effetti visivi, sono spettacoli coinvolgenti ed accattivanti.

Roberto Devereux alla Welsh National Opera



E chiudiamo con Stefano Trespidi. Anche per questo regista sono preceduti molti anni di gavetta in collaborazioni con colleghi più ‘anziani’, come Pizzi, Zeffirelli, de Hana, ecc. sono poi seguite regie in prima persona sia in Italia, per il Teatro Filarmonico di Verona, il Teatro Verdi di Trieste, il Teatro Sociale di Lecco, ecc, nonché all’estero: ad Amarante in Portogallo, a Tokyo in Giappone, ecc. Attualmente è Responsabile dell’Ufficio Regia della Fondazione Arena di Verona, per cui ha già firmato, oltre che regie d’opera, anche messe in scena di importanti manifestazioni culturali.

Macbeth al Teatro Filarmonico di Verona. Foto Ennevi

Ringraziando questi talenti per il lavoro che svolgono nei nostri teatri ed in giro per il mondo, il nostro augurio è che portino sempre più in alto il nome della nostra arte, della nostra fantasia e genialità come hanno fatto sin ora e ancora per tantissimo tempo, magari vedendosi presto affiancati, a loro volta, da giovani promesse pronte a lasciare il loro marchio nel mondo incantato dell’Opera futura.
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LA MUSICA CLASSICA IN ITALIA: I TENORI











Ecco la voce che nasce dal cuore, capace di esprime la gioia, l’amore, la forza dei sentimenti, oppure la grinta in battaglia, nonché l’odio della gelosia. Concludiamo infatti il nostro viaggio nelle giovani eccellenze vocali italiane, con il timbro maschile che nell’immaginario collettivo identifica generalmente il cantante d’opera, che con le sue arie conquista il pubblico di ogni teatro, che attento, aspetta sempre quella nota, quel passaggio specifico, che colpisce dritto al cuore e fa sognare: il tenore. Indimenticabili sono infatti personaggi quali il passionale Cavaradossi, il coraggioso Calaf, i battaglieri Don Carlo o Radames, il tenero e povero Rodolfo, il sanguigno Don José, il perfido e geloso Otello …; oppure i delicati Nemorino, Lindoro, Ernesto, e così via.  
Naturalmente il nostro paese è foriero di artisti dalle voci affascinanti che stanno conquistando le platee di tutto il mondo, sono presenti nei cartelloni dei teatri più prestigiosi, e contribuiscono ad arricchire il patrimonio culturale italiano, così che la nostra fama artistica cresca sempre più grazie alle loro performance. Sempre considerando gli interpreti intorno ai quarant’anni ed assolutamente in ordine alfabetico, ecco dieci tra i nomi che ci rendono e ci renderanno orgogliosi in lungo e in largo per molto tempo.

Interprete di sicuro successo è il laziale Roberto Aronica. La sua carriera internazionale è già avviatissima e continua a riscuotere consensi ovunque egli si esibisca. Si muove in un repertorio tanto ampio quanto le possibilità della sua voce poderosa e dal canto sempre generoso ed appassionato.


Interprete straordinario dal crescente consenso di pubblico e critica, nato nella capitale, il tenore Luciano GanciForza e carattere in una voce corposa, potente e dal bellissimo colore. Le sue interpretazioni sono vibranti e gli consentono di caratterizzare i personaggi in modo personalissimo e sempre convincente.
  



Sempre dal Lazio, il romano Alessandro Liberatore. Cantante di cuore dotato di uno strumento forte e chiaro, si pone sul palcoscenico con la grinta di un leone che lo sta facendo decollare verso una bella carriera internazionale.



Ivan Magrì. Questo giovane catanese sta cominciando a farsi notare per la sua voce melodiosa, il suo accorato modo di interpretare i personaggi, distinguendosi soprattutto per il repertorio donizettiano, assolutamente perfetto per il suo timbro di voce.


Protagonista di sicuro impatto sul pubblico è il genovese Francesco Meli. La sua voce setosa da tenore lirico, dal fraseggio fluido e consapevole, unita ad interpretazione e sentimento, lo stanno portando verso una grande ed intensa carriera.



Dalla Sardegna arriva il giovane Piero Pretti. Dotato di una voce limpida emelodiosa, questo giovane artista sa interpretare in modo espressivo i suoi personaggi con presenza scenica e buon carattere. Comincia a mietere successi nel panorama nazionale ed internazionale della lirica e sicuramente farà parlare molto di sé in futuro.



Giovanissimo anche il napoletano Alessandro Scotto di Luzio. Questo simpatico e brillante interprete offre sempre interpretazioni molto sentite, forti di un colore vocale delicato e pastoso, che ne fanno un artista sempre più apprezzato soprattutto per il repertorio belcantistico.



Da Roma con passione, il poco più che quarantenne  Gianluca Terranova. Protagonista acclamato già da tempo nei teatri di tutto il mondo, e di recente anche in produzioni televisive, il tenore romano si distingue soprattutto per la particolare verve interpretativa che imprime ai suoi personaggi, tra tutti il ruolo del Duca di Mantova, per cui è richiesto ovunque con crescenti consensi.  



Altra voce lirica dalla pasta morbida è quella del ragusano Enea Scala. Con particolare propensione per il belcanto di Rossini, Bellini e Donizetti, è anche apprezzato interprete mozartiano e del repertorio barocco.



E chiudiamo la nostra rassegna con il tenore Giuseppe Varano. Particolarmente apprezzato per la sua interpretazione del ruolo di Rodolfo in Bohéme a livello internazionale, si pone sulla scena con espressività e calore, forte di un timbro deciso e passionale che ricorda i tenori di una volta.



Come sempre alla fine di un percorso tra le meraviglie del nostro paese, il mio augurio di trionfi sempre più grandi e di un avvenire stellare per questi brillanti uomini di talento e grande personalità artistica.
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LA MUSICA CLASSICA IN ITALIA: I MEZZOSOPRANI








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ROMINA TOMASONI

Voce quanto mai accattivante e degna di pensieri tanto sensuali quanto nefandi, è indubbiamente la corda del mezzosoprano. Subito balzano alla mente personaggi intramontabili: l’ammaliatrice Carmen di Bizet, l’austera Amneris, la terribile Azucena e le passionali Flora o Maddalena di Verdi, la deliziosa Rosina o la furba Isabella di Rossini, per fare solo pochissimi esempi arcinoti. Un timbro capace di regalare emozioni forti e dar vita a personaggi tanto tremendi quanto ammaliatori. Il tessuto del mezzosoprano puro è difficile da trovare, eppure, il nostro paese è in grado di vantare splendide giovani artiste che, soprattutto in questi ultimi anni, si stanno facendo valere in tutto il globo per la particolare pasta vocale di cui sono forgiate. Anche in questo caso, ho voluto concentrare l’attenzione su dieci giovani  italiane che, sempre intorno ai quarant’anni, sono richieste dai migliori teatri d’opera rendendoci sempre più orgogliosi.

In ordine rigorosamente alfabetico la palermitana Chiara Amarù: spirito e tempra da vendere, deliziosa interprete rossiniana, dotata di una voce piena e vellutata, si muove sul palcoscenico con grande disinvoltura: la sua carriera è in ascesa e si sta facendo notare in teatri e festival di rilievo, diretta dalle bacchette più illustri.




Inseriamo anche il contralto Romina Boscolo, sensibile artista dalla voce molto particolare, quasi misterica, capace di muoversi in un repertorio incredibilmente vasto: Monteverdi, Pergolesi, Mozart e Rossini, Verdi e Puccini, ed infine anche autori più recenti quali  ad esempioWolfgang Rihm ed Ernst Krenek. Un’artista versatile che continuerà a far parlare di sé con crescente interesse.


Nata a Novara, Manuela Custer è nota soprattutto per le sue interpretazioni del repertorio belcantistico, ma ha recentemente cominciato ad interessarsi ad altri autori con altrettanto successo; con la sua voce dalla pasta morbida e avvolgente, si fregia anche di una verve interpretativa davvero particolare che la denota come sicura protagonista sulla scena.



Altra artista di rilievo degli ultimi tempi è certamente Paola Gardina. Splendida nel bel canto quanto apprezzata interprete di autori più recenti, la sua voce dalla pasta delicata e setosa unita a sicurezza nell’emissione ne fanno una cantante dal sicuro avvenire fulgido.



La più giovane del gruppo è la napoletana Teresa Iervolino: solo ventiquattro anni! Voce dal colore tendente al timbro contraltile, già maturo e corposo, questa giovanissima interprete, forte anche di una notevole efficacia scenica, si sta facendo apprezzare dai nostri teatri ed ha una carriera di sicuro successo davanti.



Elemento di sicuro interesse che sta emergendo dalle ultime stagioni operistiche, il mezzosoprano napoletano Daniela Innamorati. Classe ed eleganza nel portamento, voce drammatica dal velluto ammaliatore, unitamente ad un profondo studio ed immedesimazione nei personaggi, ne fanno una interprete di alta qualità e spessore, tale da essere oramai artista di riferimento nei maggiori teatri del mondo, per ruoli quali Fenena nel Nabucco, Maddalena nel Rigoletto e Suzuki nella Madama Butterfly.



Altra presenza di spicco nei cartelloni dei principali teatri d’opera in questo periodo è la mantovana Anna Malavasi: questa giovane artista può essere considerata un mezzosoprano atipico, per il particolare colore della sua voce che si avvicina molto alla corda sopranile, e che proprio data la sua duttilità la sta facendo decollare verso una bella carriera internazionale.



Daniela Pini è apprezzata interprete del repertorio rossiniano, ove esalta la sua voce robusta e versatile, coadiuvata da uno stile interpretativo molto espressivo e disinvolto, capace di catturare il pubblico con sempre grandi consensi .


Fantastico mezzosoprano dalla carriera in forte ascesa è la bravissima Veronica Simeoni, artista che si muove agilmente in un repertorio molto ampio di autori delle epoche più disparate. Grazie ad una tecnica pregevole ed alla agilità della sua voce, unitamente ad una presenza scenica impressionante, è capace di centrare al meglio ogni sua esibizione rendendola memorabile.

 

E terminiamo questa carrellata con un’altra interessante artista: Romina Tomasoni. Anch’essa ha uno strumento corposo e melodico, che insieme alla buona tecnica di cui dispone, ne fanno una artista dal futuro promettente.



Come sempre allora in bocca al lupo a tutte queste donne fantastiche per un futuro ancora più radioso e ricco di soddisfazioni, che porteranno sempre in alto i colori della nostra Italia nel mondo!
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LA MUSICA CLASSICA ITALIANA: BASSI E BARITONI











Continua il viaggio tra i talenti musicali del nostro paese e questa volta parliamo del velluto vocale, unito per questa occasione, del basso e baritono, che col suo fascino conquista ed emoziona il pubblico ogni qualvolta uno sciupa femmine come Don Giovanni, un malvagio come Macbeth, un istrionico Figaro, un sensibile Marcello, o un furbacchione come Dulcamara o Don Basilio, e via dicendo, prendono vita sui palcoscenici di tutto il mondo. Mai come in questo caso devo dire che c'è l'imbarazzo della scelta, perché abbiamo davvero tanti artisti straordinari dotati di questo timbro di voce. Così ho preso in considerazione solo dieci nomi rappresentativi, sempre attorno ai quarant’anni, e ovviamente in puro ordine alfabetico. 

Una delle eccellenze italiane è il basso/baritono Simone Alberghini: a soli quarant’anni vanta  una carriera importante che lo vede protagonista nei teatri di tutto il mondo con sempre significativi successi. Specializzato in ruoli prevalentemente belcantistici, la sua voce molto duttile, coadiuvata da una notevole abilità interpretativa,  gli consente di alternare ruoli comici a ruoli di estrema drammaticità. Padronanza della tecnica canora e gran classe nel muoversi in scena sono la sua ricetta vincente.



Fabio Maria Capitanucci è un altro bell’esempio di canto generoso e impegno sulla scena. Il baritono vanta già alla sua età numerosi successi in campo internazionale. Con Mozart, Rossini e Donizetti come  suoi cavalli di battaglia, è abile anche in repertorio pucciniano e verdiano. Un Artista a tuttotondo sempre più apprezzato e richiesto da grandi teatri d'opera.



Altro elemento di grande interesse è sicuramente il basso Luca dall’Amico. Si sta facendo veramente apprezzare in teatri prestigiosissimi ed in manifestazioni di gran rilievo, attirando crescente attenzione su di sé per le sue qualità artistiche. Voce profonda e salda gli consentono di muoversi in un repertorio vasto che comprende sia ruoli più leggeri, che fortemente drammatici ed impegnativi, sempre con ottima preparazione vocale e profondo studio dei personaggi.



Giovane cantante di spicco delle ultime stagioni d’opera è il baritono Alessandro Luongo. Anche questo Artista può annoverare un repertorio ampio che abbraccia diversi stili operistici, compresi quelli di autori più recenti, che da’ modo di apprezzare la sua voce in tutta la gamma di estensione. Fa già parlare molto bene di sé e continuerà a darci molte soddisfazioni in futuro.  



Splendido protagonista a livello internazionale  già da diversi anni, nonostante la giovanissima età, il baritono Simone Piazzola. Interprete sensibilissimo, dalla straordinaria presenza scenica e padronanza piena dei ruoli che interpreta, con una predilezione per il repertorio verdiano, incanta le platee mondiali con la sua voce baritonale chiara e consistente e per il fraseggio perfetto. Un riferimento per i ruoli drammatici, una punta di diamante, vanto della nostra scuola operistica.

Continuiamo con un altro Artista di grande personalità: il basso/baritono Vito Priante. Definito artista raffinato e versatile, specialista della musica barocca che coglie nella parola il giusto accento per offrire sempre interpretazioni magistrali.



Grandissimo talento in evidenza nelle ultime stagioni teatrali, che sta lasciando sempre stupore in chi assiste alle sue interpretazioni, il giovane baritono Luca Salsi. La sua voce vellutata corre via nei teatri ed arene di tutto il mondo senza freni e con perizia, si sta facendo valere come intenso interprete soprattutto del repertorio verdiano, in ruoli impegnativi e che richiedano grandi doti attoriali, tecnica e precisione esecutiva. Una altro giovane Artista che ci rende fieri del nostro patrimonio culturale.



Altro interprete di notevoli qualità è il baritono Vincenzo Taormina. Si distingue per il suo modo di affrontare il palcoscenico con partecipazione viva ed attenta, entra nei personaggi con grande maestria accompagnata da un canto fluido e preciso, un fuoriclasse senza dubbio.



Interprete di rilievo per i ruoli belcantistici e non solo, è il basso/baritono Nicola Ulivieri. Spigliato sul palco, preparato vocalmente, si annovera tra gli artisti italiani che si stanno facendo onore nei teatri più importanti negli ultimi anni per le sue interpretazioni centrate.



Chiudiamo questa carrellata con un interprete davvero imponente, dotato di una voce particolarissima: è il baritono Marco Vratogna. Grazie alla potenza del suo strumento scuro e drammatico, canta con la tempra adatta ai ruoli soprattutto verdiani, e colpisce per le sue abilità esecutive. Scoperto anche da istituzioni e teatri internazionali, è un altro grandissimo orgoglio italiano.



Un grazie dunque a tutti questi artisti e splendidi uomini, che donano fiducia al settore della lirica in questo difficile momento e che rendono me e tutti gli italiani fieri di far parte di un paese così ricco di talenti!


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IL PREMIO MEMORIAL TULLIO BESA FUCINA DI TALENTI ITALIANI, UNA BELLA REALTA’ CHE CRESCE NEL PANORAMA MUSICALE DEL NOSTRO PAESE



Da ben 12 fortunatissimi anni la città di Thiene si foggia di un importante appuntamento che ha sin dall’inizio premiato musicisti talentuosi agli albori della loro carriera, e che poi si sono rilevati a livello internazionale come autentici fuoriclasse Made in Italy, guadagnandosi fama e prestigio nei più importanti Paesi del mondo. In collaborazione con l’Amministrazione comunale della città di Thiene e con l'Istituto Musicale Veneto di Thiene, si pone a pieno titolo nel calendario degli eventi più interessanti che il Veneto annovera in campo artistico.

La Commissione, preposta all’assegnazione, è formata dall’Assessore alla Cultura del Comune di Thiene, attualmente la Prof.ssa  Maria Gabriella Strinati, il direttore dell’Istituto Musicale Veneto di Thiene, responsabile della programmazione artistica del Comune di Vicenza, direttore artistico del Festival “New Conversations Vicenza Jazz”, Maestro Riccardo Brazzale, il Prof. Lorenzo Signorini, docente di Organo e Composizione Organistica al Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza, il Direttore d’Orchestra Giampaolo Bisanti, attuale direttore artistico dell’Orchestra del Teatro Olimpico, il Prof. Aldo Padoan e Gigliola Trentin Besa, ideatrice e responsabile del Premio.

Si deve proprio ad un’idea di Gigliola Trentin Besa la decisione di creare un evento in memoria del marito, uomo straordinariamente appassionato di musica e foriero di alti valori morali, per assegnare un riconoscimento ad un musicista che si fosse reso particolarmente meritevole di lode entro i trent’anni di età in campo musicale, per incoraggiarlo nel proseguimento della sua carriera.  IlPremio, istituito nel 2002, sotto il patrocinio dell’Amministrazione Comunale della città di Thiene, dell’Istituto Musicale Veneto di ThieneAsolo MusicaVeneto Musica, consiste in un riconoscimento in denaro ( 1500 euro),corredato di una targa ricordo, creata da Lino Bettanin, ed è consegnato nel corso di una serata riservata all’artista scelto che si esibisce in un suo concerto inserito per anni nella Primavera Musicale Thienese e da tre nella Rassegna Metti una sera in musica, ora Thiene Classica - Auditorium “ Fonato” Città di Thiene.

E’ assolutamente di primaria importanza creare terreno fertile per le promesse della musica nostrana, riconoscere quando impegno ed abnegazione diano i giusti frutti, e soprattutto la sottolineatura di quanto straordinariamente ricco il nostro paese sia di meravigliosi artisti. Va riconosciuto anche il lavoro dei nostri conservatori, grazie ai quali tali talenti possono crescere ed essere guidati per poi spiccare il volo. La Signora Besa ha sempre affermato che gli obiettivi principali del Premio sono contribuire a far conoscere i giovani artisti allargando la cerchia dei loro estimatori, diffondere l’amore verso la musica, avvicinare i giovani ai diversi generi musicali e incrementare la loro cultura musicale.

Il lungo elenco di premiati annovera nomi ormai prestigiosissimi e vanto della scuola italiana nel Mondo: il Direttore d’orchestra Giampaolo Bisanti (2002), i pianisti Andrea Bacchetti e Alexander Romanowsky (2003, 2004), la violinista Anna Tifu (2005), il sassofonista Francesco Cafiso (2006), Leonora Armellini, pianista (2007), Giovanni Baglioni, chitarrista (2008), Simone Rubino, percussionista (2009), l’arpista Silvia Vicario (2010), Laura Marzadori, violinista (2011), ed il chitarrista Alessandro Mesirca(2012).

Anche il giovanissimo di quest’anno si prepara ad ottenere successi su successi in campo internazionale: a soli quindici anni il violinista Giovanni Andrea Zanon è già considerato un fuoriclasse nel suo campo, non solo per la straordinaria maestria con cui suona il suo strumento, ma anche per come riesca a trasmettere energia, carica emotiva, ed anche autentica passione in ogni sua esecuzione. Si è già esibito negli Stati Uniti ed ha collezionato un numero importante di riconoscimenti per meriti artistici.

Allora facciamo un grande in bocca al lupo a questo straordinario talento, un orgoglio tutto veneto, che riceverà il suo meritato premio il giorno 25 maggio nel delizioso auditorium Fonato di Thiene, luogo carico della magia delle scorse edizioni e pronto a riceverne altra, con le note che magicamente suonerà il giovane Zanon.

E a giudicare quanto successo i suoi predecessori stanno ottenendo, possiamo proprio dire che il Memorial Tullio Besa porti decisamente fortuna!

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STORIA E MAGIA CON LA MOSTRA AMO PAVAROTTI A VERONA, PALAZZO FORTI, 23 aprile – 3 novembre 2013




Uno dei motivi che spinge la gente a recarsi a teatro è sicuramente il desiderio di provare forti emozioni. E spesso iniziative collegate al mondo dell’Opera si rivelano entusiasmanti esattamente quanto lo è stare seduti in platea o in un palchetto mentre il nostro cuore palpita insieme agli interpreti che in quel momento stanno vivendo un dramma o una gioia immensa in scena. Il luogo che per fama, importanza, storia e prestigio, si collega immediatamente alla grande Lirica italiana è certamente l’Arena di Verona, il cui festival estivo quest’anno festeggia come tutti sanno cento primavere. Il Museo ArenaMuseOpera (AMO) di Palazzo Forti celebra un doppio appuntamento nel suo spazio espositivo: quello della magia delle notti veronesi che si perpetuano dal lontano 1913, e quello della magia che il più acclamato italiano al mondo faceva rivivere ogni volta che saliva sul palco: Luciano Pavarotti.



L’Associazione Pavarotti, il cui cuore pulsante è la Signora Nicoletta Mantovani, che non finisce mai di stupire per le iniziative che ci regala, e per il continuo amore con cui si dedica all’associazione stessa, onora la città in cui tante volte il compianto tenore si è esibito, ben sette stagioni in Arena, con questo straordinario evento, AMO Pavarotti, che associa il nome della mostra permanente dedicata al festival areniano, all’amore che tutti hanno sempre provato per l’arte del grande modenese.

Nove sono le stanze dedicate in modo specifico al Maestro, in cui si susseguono video, installazioni multi schermo, strutture video trasparenti e di tessuto, in modo da far sentire il visitatore quasi come su di un palcoscenico e trovarsi nel mezzo di una rappresentazione. La voce del Maestro a coronare il tutto con ricordi, esperienze, emozioni e soprattutto, il suo canto che accompagna il percorso sala dopo sala. Colpiscono gli oggetti usati dall’Artista, come il suo mitico cappello di paglia, o la camicia a fiori colorati che in tante fotografie spensierate abbiamo ammirato, nonché gli spartiti sui quali studiava con i suoi appunti ancora leggibili sparsi per le pagine, ed ancora quel chiodo ricurvo che soleva cercare in giro per i palcoscenici prima delle rappresentazioni, come gesto scaramantico e portafortuna.

Impressionante la sala con le numerose foto che descrivono momenti ‘rubati’ in compagnia di  innumerevoli personalità del mondo politico ed artistico. Big Luciano era amato veramente da tutti, lo si evince anche dalle testimonianze d’affetto scritte ed inserite nell’esibizione. Molto dolce la lettera scritta da Lady Diana Spencer, che si rammaricava di non aver potuto assistere ad una sua recita, e quella della cantante Celine Dion, carica di affetto e stima, a testimonianza di come fosse in grado di unire tanti mondi diversi. Ed infiniti potremmo definire i premi assegnati nella sua lunghissima carriera. La sala ad essi dedicati li mostra in fila e stupisce come la maggior parte provengano dagli Stati Uniti, un paese che lo adorava: ben cinque Grammy Awards, un American Music Awards, un Grammy Legend Awards, e così via.

Bellissimo anche l’angolo dedicato ai costumi di scena, che alcuni fortunati potranno anche riconoscere per averli visti indossati in qualche rappresentazione. Ampio spazio è dedicato anche al ricordo dei cast che in Arena si sono esibiti col Maestro durante i festival che lo hanno visto come protagonista con immenso successo. Perla rara dell’esposizione le immagini fino ad ora inedite delle prove di Turandot datate 1997 al MET di New York proiettate in una delle sale dell’esposizione.

Alla fine di questo viaggio nel recente passato della nostra storia operistica un pensiero ha riempito la mia mente dopo tutte le emozioni che ho provato: la grandezza del nostro Paese. Il Maestro Pavarotti è stato e sempre sarà un vanto per la nostra Arte, per aver fatto conoscere ancor di più nel Mondo la grandezza dei nostri artisti, della nostra musica, dei nostri teatri. 
Ma anche la consolante consapevolezza che oggigiorno vi siano altri giovani talenti che stanno perseguendo il percorso del grande tenore, contribuendo a renderci fieri di un'Arte che non può e non deve estinguersi nonostante le difficoltà evidenti dei nostri tempi, a dimostrazione che se i più grandi musicisti, registi, compositori, e naturalmente cantanti al mondo, provengono dal Belpaese, una ragione deve esserci per forza: passione e qualità.

Un grazie ai curatori della mostra, e un grazie speciale alla meravigliosa Signora Mantovani, per questo contributo davvero unico e speciale che mi ha fatto sognare ancora una volta, come se il  grande Luciano fosse ancora qui con noi.
MTG










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LA MUSICA CLASSICA IN ITALIA - I SOPRANI











Passiamo ora ad un’analisi della corda Sopranile, facendo una fotografia sul panorama attuale dei Soprani italiani che si muovono sui palcoscenici nazionali ed internazionali, regalandoci sempre splendide emozioni con l’incarnazione delle eroine protagoniste delle opere più belle dell’intero repertorio.



Tra le “punte” di eccellenza una delle palme va senza dubbio alla emergente Maria Agresta.



Soprano lirico dal timbro purissimo. Voce corposa ed eterea al contempo, capace di donare il sangue al dramma che interpreta come di ricamare il sogno di un’abilità tecnica nel filare e modulare i suoni in ogni zona e registro della sua voce.

Altro elemento di indubbio interesse è la toscana Maria Billeri.


Voce dal timbro lucente di metallo forgiato da una tempra interpretativa e da una grinta che la rendono elemento straordinariamente pertinente nel repertorio del soprano drammatico di agilità.
Grande consapevolezza dei propri mezzi vocali le rendono “semplici” le più furenti invettive e le più ammalianti melodie di questo repertorio, riuscendo sempre a suscitare emozione e stupore in chi l’ascolta.
Splendida protagonista delle ultime stagioni d’opera, dopo una lunga e proficua “gavetta” la bellissima Susanna Branchini.

Voce di soggiogante bellezza, padrona assoluta di una tecnica solidissima e interprete di gusto di un repertorio quanto mai vasto ed eclettico. Risolve ogni ruolo con la tempra e l’energia propria delle grandissime Artiste di rango.

Altra voce emergente delle ultimissime Stagioni, la catanese Tiziana Caruso.

Tipica voce all’”italiana” da soprano “sfogato”; possiede un volume che impressione ed una duttilità tecnica che le consentono di essere interprete accattivante e credibilissima tanto del repertorio del Verdi più schiettamente drammatico quanto del repertorio verista.




Grande carisma e voce splendida anche per la campana Carmen Giannattasio.


Le ultime Stagioni l’hanno vista imporsi a livello internazionale come uno dei migliori elementi italiani nel mondo. Voce corposa di soprano lirico con ambra e colori drammatici nel centro. Interprete ideale del Verdi maturo e dotata di temperamento catalizzante e grande presenza scenica.

Giovanissimo soprano lirico duttile alla coloratura ed elemento di sicuro avvenire ed interesse è Jessica Nuccio.

I Teatri incominciano ad accorgersi di lei; è un elemento da seguire con attenzione per la grande facilità nell’affrontare ruoli più “leggeri” e ruoli che prevedono difficoltà di scrittura e tessitura in regioni più “drammatiche” della voce. Il colore è schiettamente quello di un soprano di coloratura italiano con una bellissima venatura di sapore lirico pieno che le consentirà di regalarci grandi sorprese in futuro.


Altra “sorpresa” delle ultime Stagioni la campana Anna Pirozzi Simaku



Altra grande voce italiana per il repertorio più lirico-spinto e drammatico.
E’ interessante notare che finalmente si ha una “successione” in questo ambito a tutte quelle cantanti russe o dell’Europa dell’Est anche qui in Italia.
Questa Artista è il tipico esempio di una voce voluminosa, ampia e capace di cantare sul fiato tutte le numerose insidie di un repertorio difficilissimo.

Annoverata tra le grandissime cantanti degli ultimi 30 anni, nonostante la giovane età, la palermitana Desirée Rancatore è una stella luminosissima del panorama internazionale.


Acclamata interprete del più vasto repertorio del belcanto italiano e francese è una delle più prestigiose eredi della grande tradizione del repertorio del primo ottocento.
Voce estesa, ampia, coloratura pressoché perfetta, capace di sgranare i passi di maggiore virtuosismo con una “facilità” disarmante, è un faro luminoso della più bella Italia nel mondo.

Considerata dalla critica tutta e dai tantissimi trionfi in giro per il mondo, interprete mozartiana di riferimento, l’abruzzese Carmela Remigio.


Voce eterea, impalpabile nella sua perizia tecnica e nella sua capacità di “colorare” le più ardue pagine del repertorio che affronta è un’altra Ambasciatrice della cultura italiana nel mondo.
Interprete misurata e sempre attentissima alla parola cantata. Stupenda musicalità e grande pathos emotivo in ogni sua interpretazione.

Ultimo, sempre e solo in ordine alfabetico, elemento “sorpresa” delle scorse Stagioni la giovane Monica Tarone.
Voce bellissima, di smalto luminoso e lucente, grande estensione e capacità di fraseggiatrice d’altri tempi.
Una cantante che si sta imponendo all’attenzione di tutti per una grande aderenza stilistica, una marcata musicalità ed una capacità interpretativa fuori dal comune.
Sarà elemento di cui ascolteremo meraviglie per moltissimi anni a venire.

  
Ecco, questo “quadro” della corda sopranile è molto incoraggiante.
Sono sicura che tutte queste splendide donne saranno capaci di farsi valere e ci renderanno orgogliosi delle loro carriere.
Giovani italiane. Giovani donne. Il futuro e le speranze sono tutte riposte in loro!
MTG




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LA MUSICA CLASSICA IN ITALIA: DIRETTORI D’ORCHESTRA












L’idea di questo “percorso” nella musica classica italiana, attraverso il panorama attuale dei suoi interpreti di riferimento, viene dalla volontà di voler “fotografare” un preciso momento storico, come quello attuale, difficilissimo e molto delicato data la totale assenza ed il silenzio più nefasto delle Istituzioni pubbliche in merito ad una delle grandi eccellenze del nostro Belpaese, evidenziando le grandi personalità artistiche che si stanno facendo strada e che portano alto il nome dell’Italia nel mondo.
La mia non vuole in alcun modo essere una “classifica” o una lista di “preferenze” (infatti l’unico criterio adottato per i nominativi è quello alfabetico e quello di “abbracciare” l’arco temporale di età comprese tra i 25 ed i 40 anni) ma solo una carrellata di personalità artistiche di cui, credo, dovremmo tutti noi appassionati andar fieri!

Cominciamo questo cammino analizzando il “motore” di ogni Concerto, Opera o spettacolo in senso più generale: la Direzione d’Orchestra.
Negli ultimi anni si sono sviluppate le carriere di giovani, quando non giovanissimi, grandi talenti musicali.
Si alternano sui podi delle più importanti e prestigiose rassegne, Festival e Stagioni Lirico-Sinfoniche.
Grandissimo e precocissimo talento (sembra essere il più giovane Direttore d’Orchestra mai salito sul podio del “mostro sacro” Scala!), il veronese Andrea Battistoni.


Inseguito dalle più prestigiose Istituzioni del mondo è il futuro del mondo della musica classica, autore di un libro “Non è musica per vecchi” che riassume un po’ il suo approccio a questo mestiere affascinante e particolarissimo (soprattutto per un giovane di 25 anni!!).
Sarà da seguire nel suo evolversi, perché sarà naturale uno svilupparsi delle sue grandi qualità e magari il livellamento di qualche sua “intemperanza” giovanile. 
Solido mestiere e grande passione anche per il genovese Matteo Beltrami; bacchetta tra le più apprezzate nel repertorio operistico italiano.


Questo giovane talento si sta facendo sempre più apprezzare in campo internazionale e (come purtroppo capita troppo spesso ahinoi!) lo stanno conoscendo e amando in tutta Europa, mentre i nostri Teatri “dormono”. 
Talento emergente nelle ultimissime Stagioni, specialmente in campo sinfonico, Jader Bignamini si sta velocemente imponendo in campo nazionale e non solo.


Direttore “Principale” della famosa Orchestra Verdi di Milano (e non si comprende davvero perché il direttore musicale di questa Istituzione sia una CINESE avendo invece un tale “cavallo di razza” ITALIANO in casa!!) è interprete raffinato e dotato di grande personalità. Da seguire nel suo evolvere nelle prossime Stagioni. 

Milanese e pure lui grandemente apprezzato in Italia ed all’estero Giampaolo Bisanti, è un’altra straordinaria realtà dei nostri podi.



Garanzia di qualità assoluta nel repertorio sinfonico, in quello operistico raggiunge vette di eccellenza e di grande partecipazione emotiva; è piacevolissimo “vederlo” dirigere assecondando tutti gli equilibri di uno spettacolo (cantanti, solisti, regie, cori); grande personalità che sta raggiungendo traguardi ragguardevoli.
Lunga gavetta al fianco di importanti bacchette per il palermitano Gaetano d’Espinosa, pure lui da annoverare tra i grandissimi italiani del podio.


Apprezzato e sensibilissimo interprete sia del repertorio sinfonico che di quello operistico, dotato di grande carisma espressivo e musicale.
E’ certamente anche lui un direttore di cui sentiremo parlare a lungo. 

Altro grandissimo talento, ahinoi, più valorizzato in giro per il mondo che dalle nostre Istituzioni, Riccardo Frizza si sta imponendo in tutto il globo con le sue letture piene di energia e di pathos.


Direttore schiettamente operistico è uno dei grandi eredi della tradizione italiana nel senso più nobile del termine; si sta facendo apprezzare nei più importanti Teatri internazionali e troppo raramente nel nostro (e suo!!) Paese. 
Giovanissimo ed eclettico talento è pure Francesco Lanzillotta.


Dedicato ad un repertorio molto particolare e sempre attentissimo alla grande qualità e pulizia del suono orchestrale, questo ragazzo si sta imponendo come uno dei direttori più “artisticamente” particolari della sua generazione. Con un repertorio che comprende titoli di grande raffinatezza e rarità esecutiva. 
Una delle nostrane “punte di diamante” sia in Italia che all’estero è senza dubbio Michele Mariotti.


Riconosciuto in tutto il mondo come uno degli interpreti operistici di riferimento, designato erede di grandi e grandissimi del passato, è un musicista dotato di brillanti idee, grandissima personalità e forte temperamento, tutto al servizio di una precisa cifra stilistica. 
Milanese, giovane talento, cresciuto artisticamente nella grande tradizione russa, Daniele Rustioni si sta ritagliando un posto di primissimo piano a livello internazionale.


Musicista di grande sensibilità e raffinata personalità è una grande rivelazione sia in campo sinfonico che operistico. Le sue interpretazioni lasciano sempre stupefatti per la grande padronanza stilistica e la partecipazione emotiva infusa in tutti i passaggi delle partiture affrontate. 
Ultimo (ma solo in ordine alfabetico come ho avuto modo di sottolineare all’inizio) di questi giovani e “baldi” Direttori d’Orchestra, il marchigiano Giacomo Sagripanti.


Anche lui si sta affermando come una delle realtà più interessanti nel panorama operistico internazionale grazie alla dote di grande personalità e sicurezza nel mestiere che sono aspetti imprescindibili per questo difficile e delicatissimo lavoro. 

Queste le mie considerazioni su una TOP TEN della più bella faccia dell’Italia musicale per ciò che riguarda i Direttori d’Orchestra.
Tra l’altro, da donna, posso dire che se l’immagine conta qualcosa in un mondo fatto di pubblicità e di effimero, i nostri talenti non difettano sicuramente in bellezza!! 
Speriamo di vederli ancora di più sui nostri podi e che le Istituzioni ed i Teatri che dovrebbero scritturarli si ricordino che la vita stessa dei Teatri in Italia dipende dalle tasse che noi italiani paghiamo con sempre maggiore fatica.
Il minimo che dovrebbero fare è quello di dare spazio ai nostri giovani ed eccellenti talenti, che con tanta fatica si formano nella nostra migliore tradizione per poi dover magari essere costretti ad uscire dalle “patrie” sponde perché verso di loro non esiste l’attenzione dovuta.
Inizierei da qui per essere più nazionalista. Iniziamo da qui. Dalle nostre ECCELLENZE.
MTG

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