STORIA E MAGIA CON LA MOSTRA AMO PAVAROTTI A VERONA, PALAZZO FORTI, 23 aprile – 3 novembre 2013

Uno dei motivi che spinge la gente a recarsi a teatro è sicuramente il desiderio di provare forti emozioni. E spesso iniziative collegate al mondo dell’Opera si rivelano entusiasmanti esattamente quanto lo è stare seduti in platea o in un palchetto mentre il nostro cuore palpita insieme agli interpreti che in quel momento stanno vivendo un dramma o una gioia immensa in scena. Il luogo che per fama, importanza, storia e prestigio, si collega immediatamente alla grande Lirica italiana è certamente l’Arena di Verona, il cui festival estivo quest’anno festeggia come tutti sanno cento primavere. Il Museo ArenaMuseOpera (AMO) di Palazzo Forti celebra un doppio appuntamento nel suo spazio espositivo: quello della magia delle notti veronesi che si perpetuano dal lontano 1913, e quello della magia che il più acclamato italiano al mondo faceva rivivere ogni volta che saliva sul palco: Luciano Pavarotti.



L’Associazione Pavarotti, il cui cuore pulsante è la Signora Nicoletta Mantovani, che non finisce mai di stupire per le iniziative che ci regala, e per il continuo amore con cui si dedica all’associazione stessa, onora la città in cui tante volte il compianto tenore si è esibito, ben sette stagioni in Arena, con questo straordinario evento, AMO Pavarotti, che associa il nome della mostra permanente dedicata al festival areniano, all’amore che tutti hanno sempre provato per l’arte del grande modenese.

Nove sono le stanze dedicate in modo specifico al Maestro, in cui si susseguono video, installazioni multi schermo, strutture video trasparenti e di tessuto, in modo da far sentire il visitatore quasi come su di un palcoscenico e trovarsi nel mezzo di una rappresentazione. La voce del Maestro a coronare il tutto con ricordi, esperienze, emozioni e soprattutto, il suo canto che accompagna il percorso sala dopo sala. Colpiscono gli oggetti usati dall’Artista, come il suo mitico cappello di paglia, o la camicia a fiori colorati che in tante fotografie spensierate abbiamo ammirato, nonché gli spartiti sui quali studiava con i suoi appunti ancora leggibili sparsi per le pagine, ed ancora quel chiodo ricurvo che soleva cercare in giro per i palcoscenici prima delle rappresentazioni, come gesto scaramantico e portafortuna.

Impressionante la sala con le numerose foto che descrivono momenti ‘rubati’ in compagnia di  innumerevoli personalità del mondo politico ed artistico. Big Luciano era amato veramente da tutti, lo si evince anche dalle testimonianze d’affetto scritte ed inserite nell’esibizione. Molto dolce la lettera scritta da Lady Diana Spencer, che si rammaricava di non aver potuto assistere ad una sua recita, e quella della cantante Celine Dion, carica di affetto e stima, a testimonianza di come fosse in grado di unire tanti mondi diversi. Ed infiniti potremmo definire i premi assegnati nella sua lunghissima carriera. La sala ad essi dedicati li mostra in fila e stupisce come la maggior parte provengano dagli Stati Uniti, un paese che lo adorava: ben cinque Grammy Awards, un American Music Awards, un Grammy Legend Awards, e così via.

Bellissimo anche l’angolo dedicato ai costumi di scena, che alcuni fortunati potranno anche riconoscere per averli visti indossati in qualche rappresentazione. Ampio spazio è dedicato anche al ricordo dei cast che in Arena si sono esibiti col Maestro durante i festival che lo hanno visto come protagonista con immenso successo. Perla rara dell’esposizione le immagini fino ad ora inedite delle prove di Turandot datate 1997 al MET di New York proiettate in una delle sale dell’esposizione.

Alla fine di questo viaggio nel recente passato della nostra storia operistica un pensiero ha riempito la mia mente dopo tutte le emozioni che ho provato: la grandezza del nostro Paese. Il Maestro Pavarotti è stato e sempre sarà un vanto per la nostra Arte, per aver fatto conoscere ancor di più nel Mondo la grandezza dei nostri artisti, della nostra musica, dei nostri teatri. 
Ma anche la consolante consapevolezza che oggigiorno vi siano altri giovani talenti che stanno perseguendo il percorso del grande tenore, contribuendo a renderci fieri di un'Arte che non può e non deve estinguersi nonostante le difficoltà evidenti dei nostri tempi, a dimostrazione che se i più grandi musicisti, registi, compositori, e naturalmente cantanti al mondo, provengono dal Belpaese, una ragione deve esserci per forza: passione e qualità.

Un grazie ai curatori della mostra, e un grazie speciale alla meravigliosa Signora Mantovani, per questo contributo davvero unico e speciale che mi ha fatto sognare ancora una volta, come se il  grande Luciano fosse ancora qui con noi.
MTG