IL TROVATORE, GIUSEPPE VERDI -TEATRO GRANDE DI BRESCIA, DOMENICA 12 DICEMBRE 2021

FOTO Umberto Favretto

Si chiude in trionfo la Stagione d’Opera 2021 al Teatro Grande di Brescia, con“Il Trovatore” coprodotto nel circuito OperaLombardia che va a riprendere il raffinato allestimento sassarese del 2019, per la regia di Roberto Catalano.

La bellezza apparentemente semplice di questa produzione sta nel saper prendere un soggetto di per sé contorto - il cui intreccio è annoverato tra i più intricati nella Storia dell’Opera - e saperne cogliere, metabolizzare e sublimare gli archetipi, in una sintesi esistenziale di grande efficacia. Non si va a snaturare nulla: solo si preferisce accantonare il didascalico e le sovrastrutture per arrivare al cuore nudo dell’Opera, ambientandola - più che in uno spazio tangibile - in uno spazio mentale di ricordo, senso di colpa, passione ardente come quel “foco” che si ripresenta con insistenza nel libretto. Questa essenzialità dell’astratto e dell’universale, che sposta la vicenda in un luogo / non-luogo e in un tempo / non-tempo, riesce ad esprimersi perfettamente con l’asciuttezza del bianco e del nero, nella monocromia austera delle scene firmate da Emanuele Sinisi e dei costumi di Ilaria Ariemme. Elemento dominante sul palco è appunto la cenere: un’oscura fuliggine spettro di un passato che incombe indelebile sul presente, tormenta i protagonisti e offusca le loro anime. Ciascuno di loro tenta di liberarsene per tutto il corso dell’opera per tornare a uno spazio di luce e purezza ma, quando sembrano ormai vicini alla realizzazione dell’intento, ecco che sull’ultima nota del tragico finale un’altra cascata nera come la pece piomba su di loro. Pochi elementi, grandissimo impatto. Magistrali sono poi le luci di Fiammetta Baldiserri (riprese da Oscar Frosio), che in una scena così minimale assumono un ruolo di particolare rilievo. Silhouette di contrasto rivelate lentamente da pannelli mobili, giochi di ombre portate, un bagliore accecante a richiamare la Pira, riflessi filtranti dal tulle trasparente che delimita il proscenio: tutto contribuisce a una resa visiva poetica e di grande suggestione.

I chiaroscuri impreziosiscono non solo la scena, ma anche la variegata e attenta direzione di Jacopo Brusa alla guida dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali, che restituisce una lettura precisa, meticolosa nella gestione di colori e volumi. I tempi scelti sono spesso sostenuti, ma sapientemente alternati a parentesi liriche di ampio respiro, con una serie di rallentando ben collocati ad enfatizzare le venature più intense e introspettive della partitura. Emblematica, in questo senso, l’agogica adottata in “D’amor sull’ali rosee vanne, sospir dolente”, con una resa struggente. 

Nel ruolo del titolo troviamo un Matteo Falcier davvero in grande spolvero. Già ascoltato in passato all’interno del circuito lombardo, il tenore sta dimostrando negli anni una crescita costante, solido tecnicamente e più curato nella ricerca espressiva. Il suono, di colore molto chiaro ma sempre ben timbrato e squillante, corre in teatro con facilità ed è modulato con cura in ogni passaggio, dalle spinte eroiche di “Mal reggendo all’aspro assalto” al trasporto drammatico di “Ah sì, ben mio, coll’essere io tuo”. Successo al calor bianco per lui, sull’infinito Do con cui sigilla la sempre attesa Aria della Pira. 

Al suo fianco è altrettanto brillante la Leonora di Marigona Qerkezi. La vocalità di soprano lirico puro, corposissima ma agile all’occorrenza, colpisce sin dalla cavatina “Tacea la notte placida…Di tal amor che dirsi”, già un’ottima sintesi di tutte le versatili qualità della cantante: un perfetto bilanciamento tra centri bruniti, pastosi, rotondi, e incursioni in acuto facili, con fioriture composte e cesellate con cura. Tutti gli ingredienti per una Leonora da ricordare. L’impressione è che raggiunga il quarto atto leggermente affaticata, ma ciò non le impedisce di chiudere con un finale di grande intensità, commovente per la morbidezza di legati e portamenti (“Prima che d’altri vivere”).

Leon Kim è un Conte di Luna vocalmente ragguardevole, ma non altrettanto convincente a livello interpretativo. Se la dizione è davvero curata, il fraseggio appare piatto e ligneo, insufficiente per scavare nella complessa natura del personaggio e trasmetterla appieno. Ritroviamo tuttavia una felice eccezione nell’aria “Il balen del suo sorriso”, sicuramente ben cantata, ma soprattutto col valore aggiunto di un’intenzione espressiva più a fuoco. Qui, meritati applausi a scena aperta anche per il baritono coreano. 

Buona l’Azucena di Alessandra Volpe, con qualche riserva. Il mezzosoprano si distingue per il gesto scenico misurato, delineando in modo convincente una madre tormentata ma amorevole più che la zingara schizofrenica prevista da molte regie. Dotata di bella voce naturalmente scura che si esprime al meglio nella zona grave, purtroppo ha la tendenza a ingolfare i centri per ingrandirla ulteriormente, ottenendo però un effetto sforzato il più delle volte artificioso e non troppo gradevole. 

Ottimo l’apporto del comprimariato, a partire dal Ruiz di Roberto Covatta, elegante ed incisivo in ogni intervento, e dal vigoroso Ferrando di Roberto Lorenzi (con una lode speciale, considerato il subentro in extremis all’indisposto Alexey Birkus).

Completano con efficacia il cast Sabrina Sanza (Ines), Riccardo Dernini (un Vecchio Zingaro) e Davide Capitanio (un Messo).

Eccellente anche la prestazione del Coro di OperaLombardia diretto da Diego Maccagnola, che pur ridotto nell’organico risuona con trasporto in sala, nelle numerose e splendide pagine d’insieme che costellano l’opera. 

Successo di pubblico garantito al termine, con ovazioni per i protagonisti Marigona Qerkezi e Matteo Falcier. Lo spettacolo andrà in scena in replica con due ultime date al Teatro Donizetti di Bergamo, il 18 e il 20 febbraio 2022. 

Camilla Simoncini

 

PRODUZIONE ED INTERPRETI

Direttore     Jacopo Brusa
Regia     Roberto Catalano
Scene     Emanuele Sinisi
Luci    Fiammetta Baldiserri
Assistente alle Luci    Oscar Frosio
Costumi Ilaria    Ariemme

 

Manrico   Matteo Falcier
Il Conte di Luna    Leon Kim

Leonora   Marigona  Qerkezi
Azucena    Alessandra Volpe
Ferrando    Roberto Lorenzi
Ines    Sabrina Sanza
Ruiz   Roberto Covatta
Vecchio Zingaro   Riccardo Dernini
Messo   Davide Capitano

Maestro del Coro   Diego Maccagnola

Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coro di OperaLombardia

Coproduzione dei teatri di OperaLombardia

Allestimento ripreso dalla produzione dell’Ente Concerti “Marialisa De Carolis” di Sassari 2019

FOTO Umberto Favretto