IL CAMPANELLO/GIOVEDI’ GRASSO, G. DONIZETTI – TEATRO COMUNALE MARIO DAL MONACO DI TREVISO, LUNEDI’ 19 DICEMBRE 2016

Spesso i teatri di tradizione si fanno promotori di progetti atti al recupero di opere raramente eseguite oppure addirittura sepolte e dimenticate negli archivi di conservatori o case editrici. Così il teatro Comunale di Treviso insieme all’Opéra de Chambre di Ginevra ha riportato sulle scene due atti unici buffi del grande Donizetti poco eseguiti se non addirittura sconosciuti: Il campanello ed Il giovedì grasso. Il progetto nasce in collaborazione con l’Opera studio del Conservatorio di Venezia e con il Consorzio tra i Conservatori del Veneto. Inoltre l’Università di Ferrara ha fornito il suo apporto per la trascrizione dei testi.

Va da sé che un progetto di questo tipo risulta piuttosto ambizioso e va certamente apprezzato soprattutto per l’entusiasmo che i suoi partecipanti hanno mostrato sul palco. Detto questo dobbiamo anche sottolineare che trattandosi principalmente di un progetto realizzato con studenti del conservatorio, il giudizio globale va formulato considerando un cast composto da chi si trova tuttora in fase di studio, approfondimento interpretativo e in alcuni casi di maturazione vocale e tecnica. Stessa cosa dicasi per la volenterosa orchestra composta da musicisti di sicuro talento ma che provenienti da diversi istituti, non hanno certamente l’amalgama che possono vantare le orchestre, diciamo mature, i cui elementi lavorano insieme da tempo.  

L’equipe produttiva a supporto degli studenti è invece di grande esperienza: Francesco Bellotto alla regia, Angelo Sala è l’autore delle semplici ma efficaci scene, mentre i costumi sono di Alfredo Corno. Le luci a contorno delle azioni sono di Roberto Gritti.

In entrambe le farse grande protagonista è il meraviglioso mondo napoletano che con la sua unicità affascina da secoli il mondo intero in ogni campo del sapere e soprattutto dell’arte. Così anche il compositore bergamasco fu rapito dalle atmosfere, gli accenti ed i modi di fare macchiettistici di signorotti e popolani che difatti affollano sia Il Campanello (1836) che Il giovedì grasso (1828-9). Ora la storia vuole che la prima fosse stata commissionata per essere composta e rappresentata in fretta e furia per risollevare le sorti del Teatro Nuovo di Napoli che, tanto per cambiare, era in cattive condizioni economiche. Sicché utilizzando ‘La sonnette de nuit’ di L. Lhérie rappresentata poco prima a Parigi e rimaneggiandone il testo, il gioco fu fatto.
In questo caso sono stati utilizzati dialoghi di raccordo senza alcun accompagnamento, in un ricco dialetto napoletano solo leggermente stemperato, in linea con la prima versione scritta dallo stesso Donizetti.

Tutti i personaggi sono estremamente marcati, del resto siamo di fronte al classico guazzabuglio di situazioni comiche e personaggi tipici: un vecchio ricco farmacista attaccato ai denari, una giovane e bella ragazza da sposare, un bottegaio accondiscendente ma vispo, l’ex amante fedifrago della giovine e una governante tuttofare. Il punto focale della vicenda è appunto il campanello dell'ingresso alla bottega che l’amante pentito continua a suonare fingendosi di volta in volta un paziente diverso per essere servito ed impedire che il vecchio consumi la sua notte di nozze con la neosposa. Rileviamo che gli interpreti risultano molto più coinvolti nei dialoghi e nelle azioni sceniche piuttosto che nel canto, che talvolta ci sembra addirittura posto al secondo piano per cura esecutiva. Rimarchiamo tra i personaggi più convincenti il protagonista, Don Annibale di Filippo Morace che tra gli altri è colui che meglio riesce a bilanciare una recitazione divertente e coinvolta con un buon canto; anche mamma Rosa è una Francesca Gerbasi piuttosto sciolta. Registriamo nei ruoli della moglie Serafina Mara Gaudenzi, Enrico di Dario Shikhmiri, il domestico Cola di Antonio Cappetta.

‘Il giovedì grasso’ segue lo stile della prima farsa e pur se ambientato a Parigi invece che nei dintorni di Napoli, pare che i protagonisti provengono da un soggiorno nella capitale borbonica da cui evidentemente hanno appreso usi, costumi e soprattutto accenti.  Con libretto di Domenico Gilardoni, per l’occasione Donizetti si ispirò ad un’opera di Eugene Scribe e fu ovviamente composta per il periodo di Carnevale. Il dramma tragicomico in questione vede la povera figlia di un importante colonnello promessa sposa ad un suo amico, mentre ama segretamente un timido ufficiale senza arte né parte. E al solito tra burle, vendette, tranelli assurdi e scenette cui avrebbe potuto tranquillamente ispirarsi il grande Totò, il lieto fine non tarda ad arrivare.

Segnaliamo anche in questo caso chi si è distinto: Filippo Morace come Pistacchio/Sigismondo Futet, Francesco Basso come austero Colonnello, e sua figlia, Valeria Girardello, dal timbro piuttosto interessante che speriamo risentire in altre occasioni.  Poi seguono Mara Gaudenzi, questa volta nel ruolo di Camilla, moglie di Futet, e Antonio Cappetta qui nel ruolo del servitore,  mentre Andrea Biscontin,  Diego Rossetto, Francesca Gerbasi, Alvise Zambon, Mary Rosada, Kalliopi Petrou, costituiscono il resto del folto cast.

Ad accompagnare gli spettacoli l’orchestra del Consorzio tra i Conservatori del Veneto condotta dal Maestro  Franco Trinca, partecipe anche in scena e non nuovo a questo genere di esperimenti.

Pubblico assai contenuto nelle presenze ma partecipe allo spettacolo che ha goduto l’intrattenimento applaudendo con buon entusiasmo entrambi gli spettacoli.

Maria Teresa Giovagnoli

LA  PRODUZIONE (DI  ENTRAMBI  GLI  SPETTACOLI)

 

Direttore        Franco Trinca

Regia              Francesco Bellotto

Scene              Angelo Sala

Costumi         Alfredo Corno

Luci                Roberto Gritti

 

Orchestra del
Consorzio tra i Conservatori del Veneto

Collaborazione tra Opera Studio del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia
Consorzio tra i Conservatori del Veneto e Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara

GLI INTERPRETI DE IL CAMPANELLO

Don Annibale Pistacchio     Filippo Morace

        

Enrico                                    Dario Shikhmiri

       

Serafina                                 Mara Gaudenzi

       

Rosa                                       Francesca Gerbasi

   

Cola                                       Antonio Cappetta

Gli invitati alla festa    Kalliopi Petrou Mary Rosada Valeria Girardello Diego Rossetto Alvise Zambon Francesco Basso

 

IL GIOVEDÌ GRASSO

‘o sia Le nouveau Pourceaugnac’ di E. Scribe e C. Delestre-Poirson

farsa in un atto con dialoghi

musica di Gaetano Donizetti

libretto di Domenico Gilardoni

 

GLI  INTERPRETI

Sigismondo Futet                  Filippo Morace
Ernesto Rousignac               Andrea Biscontin

Colonnello                             Francesco Basso
Camilla                                  Mara Gaudenzi
Nina                                       Valeria Girardello

Teodoro                                 Diego Rossetto
Rosa                                       Francesca Gerbasi
Cola                                       Antonio Cappetta
Giulio                                     Alvise Zambon
Una cameriera                        Mary Rosada
La moglie del colonnello        Kalliopi Petrou

FOTO PICCINNI