Il Festival Vicenza in Lirica apre le porte del teatro Olimpico con un evento prestigioso per la città e gli appassionati di musica di qualità: l’ esecuzione dello Stabat Mater di Gioachino Rossini, una delle opere sacre più emozionanti e celebri del repertorio musicale. In buca l’Orchestra dei Colli Morenici, il Coro Iris Ensemble e la direzione del maestro Benedikt Sauer. Solisti della serata: Claudia Pavone, soprano - Ekaterina Gubanova, mezzosoprano - Bryan Lopez Gonzalez, tenore - Riccardo Zanellato, basso.
Lo "Stabat Mater" di Gioachino Rossini è una delle composizioni sacre più celebri del XIX secolo, basata sull'omonimo testo medievale che descrive il dolore della Vergine Maria ai piedi della croce di Cristo. Rossini compose questa importante opera sacra negli anni 1831-1841.
Questo monumentale componimento che inizialmente il pesarese non voleva nemmeno pubblicare e che vide una genesi lunga a frastagliata, è suddiviso in dieci movimenti che offrono la drammaticità dell'opera lirica con l'intensità della musica sacra. Rossini utilizza una varietà di stili musicali, passando da arie solistiche virtuosistiche a potenti sezioni corali. Il testo latino è messo in risalto attraverso melodie espressive e una ricca orchestrazione che sottolinea le emozioni del testo. La composizione rappresenta un punto di incontro tra la tradizione operistica italiana e la musica sacra, dimostrando la capacità di Rossini di esprimere profondi sentimenti religiosi con la stessa maestria con cui narrava le storie delle sue opere teatrali. Gli interpreti della serata sono stati coinvolgenti ed apprezzati dal pubblico. Straordinaria Claudia Pavone, soprano di eccezionale espressività vocale ed interpretativa, dotata di una voce luminosa, agile e cristallina. Il suo strumento si distingue per una straordinaria purezza nel timbro e per una brillantezza che illumina la sua interpretazione, particolarmente nei registri acuti. La voce della Pavone ha una proiezione eccellente, che le permette di emergere facilmente sull’ orchestra, che è particolarmente enfatizzata dal contenuto spazio del teatro Olimpico. Non ha bisogno di presentazioni Ekaterina Gubanova, artista di caratura eccezionale, dotata di una timbrica scura e vellutata, con una notevole profondità nei registri medio-bassi, ma anche sorprendentemente brillante e flessibile nelle note alte. La sua espressività è notevole, riuscendo a trasmettere un ampio spettro di emozioni, dalla dolcezza all'intensità drammatica, perfetta per ciò che viene espresso. È sempre un piacere ascoltare il basso Riccardo Zanellato. La sua particolarissima voce è caratterizzata da una profondità risonante e una potenza notevole. Il suo timbro è scuro, ricco e corposo, con una grande autorità nelle note gravi, ma anche con una incredibile morbidezza nelle dinamiche più delicate. Meno ‘in serata’ il tenore Bryan Lopez Gonzalez, che pur offrendo per sua natura una voce interessante e teoricamente promettente, ci è parso faticare ad inserirsi nel contesto musicale e ad esprimere con efficacia i suoi interventi, peraltro molto attesi perché particolarmente noti.
Il coro Iris Ensemble preparato da Marina Malavasi si è dimostrato partecipe, dalla timbrica uniforme tra le sezioni e ben amalgamato nell’insieme. La compagine corale è protagonista di una interpretazione accorata e a tratti commuovente. Soffre in qualche punto l’orchestra, comprensibilmente per la natura della partitura e per l’acustica particolare del teatro che, come detto, trattasi di ambiente non paragonabile ai grandi teatri d’opera o alle sale da concerto, e che pertanto enfatizza i suoni più squillanti a discapito di momenti di maggiore riflessione interiore, che comunque il coro esprime con sensibilità e grandissimo impegno.
L’Orchestra dei Colli Morenici diretta da Benedikt Sauer ha posto molta attenzione all'equilibrio e alla trasparenza sonora che si addice alla natura sacra del testo, svolgendo un ruolo fondamentale nel creare un tappeto sonoro su cui le linee vocali hanno potuto esprimersi, ma sono stati anche protagonisti di alcuni passaggi melodici intensi. Il dialogo con le voci è costante, pur se talvolta con tempi leggermente dilatati; vengono sottolineati i momenti di maggiore solennità e drammaticità, contribuendo a creare un contrasto dinamico e timbrico all'interno del pezzo.
Pubblico davvero entusiasta ed attento ha apprezzato ogni momento con giusta concentrazione e attribuito lunghi applausi al termine.
Maria Teresa Giovagnoli
IL PROGRAMMA
Foto Edoardo Scremin
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