Dopo la Manon Lescaut di inizio stagione, il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste ha deciso di omaggiare il 100° anniversario della morte di Puccini anche durante la sua mini stagione estiva: spostandosi presso il Cortile delle Milizie del Castello di San Giusto ha ripreso, con qualche doveroso aggiustamento, l’allestimento della Turandot andata in scena a più riprese qualche anno fa.
L’impianto scenico è quello ideato da Paolo Vitale nel 2019, poi già declinato nel 2023 secondo la regia di Davide Garattini Raimondi che ricrea un mondo diviso in due, bianco e nero (come i costumi di Danilo Coppola), violento, in cui l’amore tenta di sopravvivere e alla fine vince sul potere e sull’odio, che si sgretolano come la corazza di ceramiche bianche e azzurre che la protagonista ha creato attorno al suo cuore.
Dopo la Manon Lescaut di inizio stagione, il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste ha deciso di omaggiare il 100° anniversario della morte di Puccini anche durante la sua mini stagione estiva: spostandosi presso il Cortile delle Milizie del Castello di San Giusto ha ripreso, con qualche doveroso aggiustamento, l’allestimento della Turandot andata in scena a più riprese qualche anno fa.
L’impianto scenico è quello ideato da Paolo Vitale nel 2019, poi già declinato nel 2023 secondo la regia di Davide Garattini Raimondi che ricrea un mondo diviso in due, bianco e nero (come i costumi di Danilo Coppola), violento, in cui l’amore tenta di sopravvivere e alla fine vince sul potere e sull’odio, che si sgretolano come la corazza di ceramiche bianche e azzurre che la protagonista ha creato attorno al suo cuore.
Una Turandot dei frammenti insomma, che siano di vita da ricostruire come nel caso di Calaf, i frammenti di una principessa che si sgela durante gli enigmi o quelli con cui le tre maschere omaggiano il corpo di Liù dopo la sua morte.
Ben sfruttati gli spazi del cortile e delle mura lungo cui sfilano le guardie imperiali, un po’ noiose le videoproiezioni di cui ci si dimentica ben presto.
Alterna la parte musicale, penalizzata dal caldo afoso e dall'amplificazione che causa un certo ritardo nell’arrivo delle voci e sfalsa gli equilibri orchestrali, da cui ad ogni modo sono uscite molto chiare le intuizioni e le scelte della direzione - dal passo teatrale eccellente - di Enrico Calesso che ha evidenziato molto bene i contrasti e la bellezza sinfonica della partitura, trattandola - giustamente - come si tratterebbe una composizione di Strauss, Stravinsky o Schonberg.
Uniforme il cast vocale, capitanato da una Rebeka Lokar non in formissima: il soprano è affetto da un vibrato largo e il fraseggio alquanto piatto. L’attrice è pallida, però si scioglie un po’ nel finale quando anche i pezzi dell’armatura cadono.
Clay Hilley è un Calaf generoso, peccato per l’incidente sulla variazione acuta di “Ardente d’amor” che non inficia una prova più che positiva, ma che di fondo rimane generica.
Caterina Marchesini durante il primo atto tratteggia una Liù un po’ in sordina, ma grazie ai giusti accenti e a una recitazione appassionata si rifà nel finale diventando trionfatrice della serata.
Solido come sempre Abramo Rosalen nei panni di Timur.
Il trio di Ping (Marcello Rosiello), Pang (Enrico Casari) e Pong (Aaron McInnis) dimostrano un buon affiatamento e una resa omogenea.
Positivo anche il contributo di Gianluca Moro come Imperatore Altoum, Stefano Marchisio come Mandarino, Vida Matičič Malnaršič e Lucia Premerl come ancelle e Francesco Cortese come principe di Persia.
Pubblico accaldato e poco partecipe che ha tributato applausi cortesi a tutto il cast.
Andrea Bomben
LA PRODUZIONE
Maestro Concertatore e Direttore Enrico Calesso
Regia Davide Garattini Raimondi
Scene e Disegno Luci Paolo Vitale
Costumi Danilo Coppola
Assistente alla Regia e Movimenti Scenici Anna Aiello
Maestro del Coro Paolo Longo
GLI INTERPRETI
Turandot Rebeka Lokar
Calaf Clay Hilley
Liù Caterina Marchesini
Timur Abramo Rosalen
Ping Marcello Rosiello
Pang Enrico Casari
Pong Aaron Mcinnis
L’imperatore Altoum Gianluca Moro
Mandarino Stefano Marchisio
Prima Ancella Vida Matičič Malnaršič
Seconda Ancella Lucia Premerl
Il Principe di Persia Francesco Cortese
Orchestra, Coro E Tecnici Della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi Di Trieste
Con La Partecipazione Del Coro I Piccoli Cantori Della Città Di Trieste Diretti Dal M° Cristina Semeraro
FOTO F. PARENZAN
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