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PUCCINI: TURANDOT, CASTELLO DI SAN GIUSTO (TS) - MERCOLEDI' 10 LUGLIO 2024

foto-di-F.Parenzan-156-1

Dopo la Manon Lescaut di inizio stagione, il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste ha deciso di omaggiare il 100° anniversario della morte di Puccini anche durante la sua mini stagione estiva: spostandosi presso il Cortile delle Milizie del Castello di San Giusto ha ripreso, con qualche doveroso aggiustamento, l’allestimento della Turandot andata in scena a più riprese qualche anno fa.

L’impianto scenico è quello ideato da Paolo Vitale nel 2019, poi già declinato nel 2023 secondo la regia di Davide Garattini Raimondi che ricrea un mondo diviso in due, bianco e nero (come i costumi di Danilo Coppola), violento, in cui l’amore tenta di sopravvivere e alla fine vince sul potere e sull’odio, che si sgretolano come la corazza di ceramiche bianche e azzurre che la protagonista ha creato attorno al suo cuore. 

Dopo la Manon Lescaut di inizio stagione, il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste ha deciso di omaggiare il 100° anniversario della morte di Puccini anche durante la sua mini stagione estiva: spostandosi presso il Cortile delle Milizie del Castello di San Giusto ha ripreso, con qualche doveroso aggiustamento, l’allestimento della Turandot andata in scena a più riprese qualche anno fa.

L’impianto scenico è quello ideato da Paolo Vitale nel 2019, poi già declinato nel 2023 secondo la regia di Davide Garattini Raimondi che ricrea un mondo diviso in due, bianco e nero (come i costumi di Danilo Coppola), violento, in cui l’amore tenta di sopravvivere e alla fine vince sul potere e sull’odio, che si sgretolano come la corazza di ceramiche bianche e azzurre che la protagonista ha creato attorno al suo cuore. 


Una Turandot dei frammenti insomma, che siano di vita da ricostruire come nel caso di Calaf, i frammenti di una principessa che si sgela durante gli enigmi  o quelli con cui le tre maschere omaggiano il corpo di Liù dopo la sua morte.

Ben sfruttati gli spazi del cortile e delle mura lungo cui sfilano le guardie imperiali, un po’ noiose le videoproiezioni di cui ci si dimentica ben presto.

Alterna la parte musicale, penalizzata dal caldo afoso e dall'amplificazione che causa un certo ritardo nell’arrivo delle voci e sfalsa gli equilibri orchestrali, da cui ad ogni modo sono uscite molto chiare le intuizioni e le scelte della direzione - dal  passo teatrale eccellente - di Enrico Calesso che ha evidenziato molto bene i contrasti e la bellezza sinfonica della partitura, trattandola - giustamente - come si tratterebbe una composizione di Strauss, Stravinsky o Schonberg.

Uniforme il cast vocale, capitanato da una Rebeka Lokar non in formissima: il soprano è affetto da un vibrato largo e il fraseggio alquanto piatto. L’attrice è pallida, però si scioglie un po’ nel finale quando anche i pezzi dell’armatura cadono.

Clay Hilley è un Calaf generoso, peccato per l’incidente sulla variazione acuta di “Ardente d’amor” che non inficia una prova più che positiva, ma che di fondo rimane generica.

Caterina Marchesini durante il primo atto tratteggia una Liù un po’ in sordina, ma grazie ai giusti accenti e a una recitazione appassionata si rifà nel finale diventando trionfatrice della serata.

Solido come sempre Abramo Rosalen nei panni di Timur.

Il trio di Ping (Marcello Rosiello), Pang (Enrico Casari) e Pong (Aaron McInnis) dimostrano un buon affiatamento e una resa omogenea.

Positivo anche il contributo di Gianluca Moro come Imperatore Altoum, Stefano Marchisio come Mandarino, Vida Matičič Malnaršič Lucia Premerl come ancelle e Francesco Cortese come principe di Persia.

Pubblico accaldato e poco partecipe che ha tributato applausi cortesi a tutto il cast.

Andrea Bomben

 

LA PRODUZIONE 

Maestro Concertatore e Direttore    Enrico Calesso

Regia   Davide Garattini Raimondi

Scene e Disegno Luci   Paolo Vitale

Costumi   Danilo Coppola

Assistente alla Regia e Movimenti Scenici  Anna Aiello

Maestro del Coro   Paolo Longo

 

GLI INTERPRETI 

Turandot   Rebeka Lokar

Calaf   Clay Hilley

Liù   Caterina Marchesini

Timur   Abramo Rosalen

Ping  Marcello Rosiello

Pang  Enrico Casari

Pong  Aaron Mcinnis

L’imperatore Altoum  Gianluca Moro

Mandarino   Stefano Marchisio

Prima Ancella   Vida Matičič Malnaršič

Seconda Ancella   Lucia Premerl

Il Principe di Persia   Francesco Cortese

 

Orchestra, Coro E Tecnici Della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi Di Trieste

Con La Partecipazione Del Coro I Piccoli Cantori Della Città Di Trieste Diretti Dal M° Cristina Semeraro

FOTO F. PARENZAN