JÉRUSALEM, GIUSEPPE VERDI - TEATRO REGIO DI PARMA , FESTIVAL VERDI , VENERDI’ 20 OTTOBRE 2017

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Con la Jérusalem che ha inaugurato il Festival Verdi di quest’anno, il Regio di Parma ha scelto un titolo ‘imponente’ che attira pubblico per rarità di esecuzione e richiede anche una produzione di alto livello per rispettare i crismi del genere Grand Opéra cui appartiene. E di fatti elevatissima è stata la presenza di pubblico internazionale, per lo meno alla recita cui abbiamo assistito, curioso e molto interessato. Il celebre riadattamento francese de I Lombardi alla prima crociata di Verdi non è opera lieve e se non realizzata con intelligenza rischia di risolversi in un carrozzone che avanza su un guado.

Possiamo dire che gli intenti di Hugo De Ana erano sicuramente nobilissimi nell’ideare uno spettacolo monumentale, curando come sempre sia la regia che le scene ed i costumi, ma nonostante ci abbia abituati a stupire e colpire positivamente, in questo caso qualche perplessità c’è stata. Innanzitutto balza agli occhi la sensazione del già visto: le pareti enormi che circondano il palco, i costumi pesanti ed imponenti, la staticità delle masse corali e l’utilizzo del velo in proscenio che abbiamo trovato piuttosto inutile, poiché spesso le proiezioni di Sergio Metalli più che arricchire la narrazione coprivano un palco già sufficientemente ricco, ove non mancava nulla per ben comprendere le diverse situazioni. Una sabbia sparata dall’alto a coprire un suolo inclinato spesso ne rendeva arduo il calpestio, tanto che le fin troppo semplici, e talvolta un po’ ingenue a nostro avviso, coreografie di Leda Lojodice sono probabilmente state il frutto di una difficoltà ad utilizzare lo spazio a disposizione. Bello comunque il colpo d’occhio quando le immagini proiettate sul fondo richiamavano all’archeologia dei luoghi sacri, resi ancor più suggestivi dalle luci di  Valerio Alfieri.

Daniele Callegari alla testa dell’orchestra Filarmonica Arturo Toscanini non semplificava le cose, dirigendo correttamente ma con un afflato anche troppo languoroso, espresso talvolta con tempi dilatati che correvano il rischio di far perdere la concentrazione a chi seguiva.

Cast alternativo alla recita conclusiva, con cambio della protagonista femminile Hélène e di Roger, suo zio. Ramon Vargas può essere definito un tenore generoso nell’esprimere molto in un ruolo dalla forte energia cui la sua voce non si sottrae. Silvia Dalla Benetta è una interprete dinamica che affronta sempre ogni ruolo con gran tempra. Una sola recita forse non le ha consentito di interiorizzare e rendere più ‘suo’ questo personaggio, in cui ci è parsa diremmo prudente in taluni passaggi. Non sono mancate comunque prelibatezze vocali come dolci e precisi suoni filati ben sostenuti sul fiato.  Pablo Gálvez è un austero e severo Conte di Tolosa alla cui voce avremmo però chiesto qualcosa in più dal punto di vista del volume; Mirco Palazzi come Roger paga qualche cosa al fiato probabilmente anche perché costretto a muoversi continuamente su un suolo in discesa, ma trova una sua dimensione espressiva più nella parte ascetica e redenta del suo personaggio, regalando molte emozioni grazie anche alla pulizia della voce squisitamente cavernosa. Corretta Valentina Boi come confidente di Hélène, molto interessante sia il timbro del Legato Deyan Vatchkov che vorremmo sentire anche in ruoli più incisivi, che dell’Emiro di Ramla, Massimiliano Catellani. Paolo Antognetti era lo scudiero Raymond, mentre Francesco Salvadori era sia Soldato che Araldo. Chiudeva il cast Matteo Roma come Ufficiale dell’Emiro. Partecipe il coro del Regio preparato da Martino Faggiani.

Pubblico come detto da diverse parti del mondo, un po’ affaticato in verità al termine, ma soddisfatto tanto da tributare applausi calorosi a tutti i protagonisti ed al direttore.

Maria Teresa Giovagnoli

LA   PRODUZIONE

Maestro concertatore e direttore    Daniele Callegari

Regia, Scene, Costumi                     Hugo De Ana

Luci                                                   Valerio Alfieri

Projection Designer                         Ideogamma srl - Sergio Metalli

Coreografie                                      Leda Lojodice

Maestro del coro                              Martino Faggiani

 

GLI   INTERPRETI

Gaston, Vicomte de Béarn

Ramon Vargas

Le comte de Toulouse

Pablo Gálvez

Roger, son frère

Mirco Palazzi

Hélène, fille du comte

Silvia Dalla Benetta

Isaure, confidante d'Hélène

Valentina Boi

Adhémar de Monteil, Légat

Deyan Vatchkov 

Raymond, l'écuyer

Paolo Antognetti

L'émir de Ramla

Massimiliano Catellani

Un officier de l'émir

Matteo Roma

Un hérauld

Francesco Salvadori

Un soldat

Francesco Salvadori

FILARMONICA ARTURO TOSCANINI

CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA


Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma

In coproduzione con Opéra de Monte-Carlo

 

Foto Roberto Ricci