Il Comunale di Bologna ospita nella sede temporanea denominata ‘Nouveau’ la produzione de I Vespri Siciliani in collaborazione con Palermo, ove è già andata in scena, e con Napoli e Madrid, firmata dalla regista Emma Dante, orgogliosamente palermitana e pertanto ferita come tutti i suoi conterranei dalle vicissitudini di cronaca che da tempo affliggono la vita quotidiana di un luogo che invece è per sua natura meraviglioso, fonte di gioia, amore e leggiadria. E' tutto cupo quello che vediamo in scena: il setting creato da Carmine Maringola parte dal ricordo delle vittime di mafia, i Siciliani appunto, fieramente portati in giubilo nelle immagini dei gonfaloni in sfilata all’ingresso della protagonista femminile. Un parallelo tra passato remoto e storia recente in cui l’oscurità domina in lungo e in largo nello sfondo, inesistente e semplicemente nero, nei costumi di Vanessa Sannino che veste i siciliani di nero in contrasto con gli orribili colori dei mafiosi/francesi; cupe e opprimenti le luci di Cristian Zucaro a gettare angoscia su tutto ciò che vediamo. Emma Dante trasmette dunque questo senso di dolore che provano i popoli oppressi, dai francesi del 1200 nel libretto ai criminali di oggi, dall’usurpatore in generale di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
Lo spettacolo di Palermo era comprensivo dei meravigliosi e delicati ballabili che a Bologna non sono stati portati in scena, ed aveva alcuni effetti speciali più articolati che evidentemente qui non è stato possibile realizzare, pertanto forse lo spettacolo ha perso un po’di quel mordente che in origine possedeva considerando il taglio contemporaneo; anzi ci è parso parecchio lento nel complesso, nonostante la compagine musicale abbia fatto del proprio meglio per dare forza ed energia alla rappresentazione. Nota di colore la presenza dei Pupi siciliani che forse sottolineano come spesso non siamo noi a muovere i fili del nostro destino, ma un fato crudele.
La compagine sonora vede a capo dell’Orchestra la direttrice musicale del teatro Oksana Lyniv che complice l’acustica non certo ovattata della sala imprime forza e vigore ad una partitura generosa di per sé che l’orchestra assapora con una certa eleganza stilistica e sempre con attento controllo del palcoscenico.
Sul fronte canoro ritroviamo un Arrigo interpretato da Stefano Secco che nonostante l’evidente difficoltà della parte musicale riesce a portare a casa una serata più che soddisfacente per interpretazione e generosità nel canto. Roberta Mantegna è una Elena austera ed appassionata al contempo, forte di una voce calda e stabile che le garantisce una buona tenuta vocale fino all’ultimo intensissimo atto. Una roccaforte dei ruoli pregni di spirito e forza è Riccardo Zanellato: il suo Giovanni da Procida è imponente nella voce e nella presenza, proprio come il ruolo comanda. Altrettanto convincente è il Guido di Monforte di Franco Vassallo per presenza scenica e scioltezza nel canto. Ben figurano gli ufficiali francesi Gabriele Sagona e Ugo Guagliardo e i soldati francesi Manuel Pierattelli e Alessio Verna. Ninetta è Carlotta Vichi; a chiudere il cast con onore i siculi Manfredo e Danieli di Vasyl Solodkyy e Francesco Pittari.
Il Coro del Comunale è preparato da Gea Garatti Ansini.
Pubblico folto, attento e soddisfatto per questa ultima replica domenicale.
Maria Teresa Giovagnoli
PRODUZIONE/INTERPRETI
Regia Emma Dante
Luci Cristian Zucaro
Costumi Vanessa Sannino
Movimenti di scena Sandro Maria Campagna
Scenografia Carmine Maringola
Coreografia Manuela Lo Sicco
Assistente alla regia Federico Gagliardi
Assistente alle luci Lorenzo Gaudenzi
Direzione del coro Gea Garatti Ansini
Guido di Monforte Franco Vassallo
Il sire di Bethune Gabriele Sagona
Arrigo Stefano Secco
La duchessa Elena Roberta Mantegna
Ninetta Carlotta Vichi
Danieli Francesco Pittari
Roberto Alessio Verna
Orchestra Teatro comunale di Bologna
Coro Teatro Comunale di Bologna
Foto Andrea Ranzi
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