G.ROSSINI - MESSA DI GLORIA - TEATRO FILARMONICO DI VERONA 7 APRILE 2023

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Un vivo successo ha riscosso il quarto concerto inserito nella Stagione Sinfonica 2023 della Fondazione Arena di Verona nel quale, ancora una volta, la bacchetta di Francesco Ommassini è stata elemento propulsivo grazie anche alla presenza di una compagnia di canto di alto livello. E’ importante sottolineare anche che l’esecuzione della Messa di Gloria è grande elemento di attrazione non solo per la rarità dell’ascolto ma anche per la sua storia, in parte perduta, di Messa celebrativa della quale non sono pervenute a noi le parti del Credo, Offertorio con Sanctus e Agnus Dei finale.

La ricostruzione della partitura critica operata da Philip Gossett è basata sulle parti ritrovate, che ne sono solo una porzione, seppur importante, dei contenuti di una messa. All’ascolto odierno quindi la Messa di Gloria comunica una certa sensazione di incompletezza mancando la finalizzazione logica relativa a quel sentiero mistico e religioso che tutte le messe in musica, e di ogni epoca, indubbiamente contengono, avendo più i toni di uno spettacolo teatrale che quelli della musica sacra. Né c' è da sorprendersi. Rossini aveva 28 anni, era nel pieno della sua attività di operista, spirito religioso non sembra ne avesse molto mentre grande era il suo senso del teatro e la consapevolezza di quel che piaceva al pubblico (che alla Messa, infatti, si entusiasmò). Rimane quindi la chiara impressione di trovarci all’ascolto di un ‘estratto’ proveniente da una entità più complessa e ad un effetto sorpresa all’ascolto dell’ “Cum sancto spiritu”, molto probabilmente non scritto da Rossini ma dal più esperto nel comporre fughe a due voci ed elaboratissimi contrappunti Pietro Raimondi.

Francesco Ommassini è risultato particolarmente incisivo nel porre in evidenza tutti gli aspetti ‘profani’ caratteristici più di un’opera teatrale che di una commissione spirituale. Il direttore veneziano ha contribuito così a porre  questo lavoro, per lo più semisconosciuto, al fianco di altre partiture sacre rossiniane come la Petite Messe Solennelle e lo Stabat Mater, anche se di sacro in Rossini si sa, rimane ben poco, sia nella forma ma soprattutto nella sostanza. Un merito che va condiviso, ovviamente, con l’Orchestra della Fondazione Arena dalla quale emergono le prestazioni soliste del  corno inglese e del clarinetto.

Bene ha fatto anche il coro della Fondazione Arena preparato da Ulisse Trabacchin che ha saputo dimostrare, se non di essere all’altezza dei più blasonati cori di istituzioni sinfoniche, per lo meno di saper cantare anche altro oltre al repertorio operistico e portando a termine il difficile finale con onore più che convincente.

Il quintetto dei solisti ha visto trionfare il tenore Dmitri Korchak che ha dimostrato ancora una volta, come in Rossini squillo e fiato non conoscano la parola economia, mitragliando agilità, salti d’ottava e sovracuti con esattezza e nitore impressionanti.

Matteo Roma, il secondo tenore, nonostante una evidente agitazione un po’ fuori luogo, ha saputo risolvere con precisione la sua parte dimostrando voce matura per questo repertorio e ottima tecnica.

Benissimo gli altri: il soprano Marina Monzò, di voce limpida e purissima ha cantato la sua non facile aria con disinvoltura e funambolica precisione, ottima Chiara Tirotta nella parte del contralto a cui Rossini non offre grandi soddisfazioni, e Giorgi Manoshvili, interessante basso ormai più che promettente che ha saputo superare con disinvoltura le asperità della scrittura rendendo con la giusta misura le peculiarità di una parte coltissimo nella concezione, ma anche caratterizzato da una spiccata, quasi petulante teatralità

Successo vivo per tutti gli interpreti che ha spinto il Direttore a bissare il Gloria.

 

Pierluigi Guadagni



LA PRODUZIONE

 

Soprano Marina Monzò

Mezzosoprano Chiara Tirotta

Tenore Dmitry Korchak

Tenore Matteo Roma

Basso Giorgi Manoshvili

   

Direttore e concertatore Francesco Ommassini

Maestro del Coro Ulisse Trabacchin

   

Orchestra e Coro della Fondazione Arena di Verona