Protagonista dell’ undicesimo concerto della stagione sinfonica della Fondazione Arena di Verona è stato il celebre violoncellista e compositore Giovanni Sollima, che per la prima volta a capo dell'Orchestra areniana, si è prodotto in un concerto cross over particolarmente interessante.
Noto per aver radicalmente cambiato il modo di suonare il violoncello, i suoi concerti entusiasmano da sempre il pubblico eterogeneo che lo segue con ammirazione, creando veri e propri happening events. Forza fisica, postura armoniosa ed una pregevole capacità di improvvisazione sono le affilate armi di Sollima, musicista borderline , interprete massimo della sintesi tra accademia e contemporaneità. Strepitoso sperimentatore di sonorità, effetti e tecniche esecutive nuove sul suo violoncello visionario, portato oltre la convenzione di suono al quale siamo abituati, nelle sue mani lo strumento diventa vibrante, un oggetto ligneo dalla voce suasiva e carnale capace di divenire il mistico tramite di un’ esperienza a 360 gradi.
Aperto con Hell I, tratto da Songs from the Divine Comedy, opera da camera a lui commissionata da Franco Battiato nel 2004 e dove sono confluite composizioni originali e altre precedenti frutto di un lungo e personale percorso che Sollima ha condotto sulla Divina Commedia, il concerto, senza soluzione di continuità, è poi proseguito con il Concerto n. 2 in re maggiore per violoncello e orchestra Hob.VIIb:2 di Haydn.
Con la sua spiccata fluidità di scrittura e di idee che sembra derivare direttamente dai Quartetti composti appena due anni prima, il secondo concerto per violoncello e orchestra di Haydn, calza a pennello alla dirompente fisicità esecutiva di Sollima che pare godere della scrittura estremamente virtuosistica, spinta fino ai limiti del registro acuto dello strumento. Il virtuosismo di Sollima è scintillante ma non ostentato, con un naturale equilibrio tra dimostrazione di bravura e interesse puramente musicale, mentre sono evitati quei contrasti accesi e drammatici tra solista e orchestra tipici di una certa tradizione esecutiva.
Terra con variazioni per violoncello e orchestra di Giovanni Sollima, composto su commissione per l’ Expo2015, risulta un lavoro estremamente eterogeneo, un progetto sorprendente – in bilico tra classica, folk music e rock – tanto nella scelta dell’organico quanto per il vero e proprio funambolismo cui obbliga il violoncello solista. che la bravura di Sollima permette di far germogliare, abbattendo le barriere che convenzionalmente si instaurano tra i generi musicali, per tradizione, per pigrizia o forse per rasserenante comodità.
Il concerto si è quindi concluso con la Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21 di Ludwig van Beethoven, dove nella sua esecuzione Sollima ha saputo magnificamente filtrare il carattere della partitura bilanciando con finezza i richiami formali che guardano al passato e l’innovativa capacità di sintesi delle proporzioni architettoniche della prima sinfonia del genio di Bonn, assecondato da un’orchestra in splendida forma, reattiva e precisa.
Successo strepitoso per il Maestro Sollima da parte di un pubblico entusiasta, al quale si è congedato regalando una terzina di bis con trascrizioni che hanno spaziato tra Purcell e i Nirvana.
Pierluigi Guadagni
LOCANDINA
Giovanni Sollima
Hell I per orchestra da camera
Joseph Haydn
Concerto n. 2 in re maggiore per violoncello e orchestra Hob.VIIb:2
Giovanni Sollima
Terra con variazioni per violoncello e orchestra
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21
Orchestra della Fondazione Arena
Direttore e violoncellista:
Giovanni Sollima
FOTO ENNEVI